Gozi: “Non vogliamo piano Juncker 2”  

Gozi: Non vogliamo piano Juncker 2

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Pubblicato il: 14/05/2020 18:42

di Tommaso Gallavotti

Il Recovery Plan che la Commissione Europea sta discutendo in queste ore non deve essere un “piano Juncker 2”, ma va finanziato in maniera adeguata, puntando sia sull’emissione di obbligazioni che su un aumento delle risorse proprie dell’Ue. Lo sottolinea Sandro Gozi, eurodeputato di Renew Europe, eletto in Francia con Renaissance.

Per finanziare adeguatamente il fondo per la ripresa, dice Gozi all’Adnkronos, “servono i Recovery Bond e risorse proprie. Chiediamo non agli Stati, ma ai colossi del digitale, della finanza e a chi inquina di pagare di più per l’Europa, a favore di tutti i cittadini, a cominciare dal Paese più colpito, che è l’Italia. Non è una posizione così complicata da realizzare, si tratta di allargare quella parte del bilancio Ue che già prevede risorse proprie”.

Ora, continua, “serve una posizione molto forte e convinta della Commissione sulle risorse proprie. All’inizio c’era poca convinzione, ma spero che Ursula von der Leyen si sia convinta che questa sia la la via da privilegiare”. Il ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire ha chiesto un fondo per la ripresa dalla potenza di fuoco, “come minimo”, di mille miliardi di euro.

Adesso, sottolinea l’ex sottosegretario agli Affari Europei, “la Commissione Europea e la presidente Ursula von der Leyen devono dirci di che cosa parliamo, sapendo che devono essere risorse nuove. Non è che cambiando i capitoli e anticipando quello che dovremmo spendere in sette anni nei primi due anni si risolvono le cose. Non vogliamo un piano Juncker 2, ma un vero piano di rilancio e di trasformazione”.

“Speriamo – continua Gozi – che dal seminario della Commissione non venga fuori uno Juncker 2, ma un De Gasperi 1, che non sia fatto di anticipi, frontloading, moltiplicatori che richiedono una grande fede, perché il moltiplicatore di 40, di cui ho sentito parlare….beh, neppure i pani e i pesci venivano moltiplicati per 40. E’ bene che la Commissione faccia una discussione aperta oggi, ma vorremmo anche le cifre. Se verranno non lo so, ma lo spero”.

La Commissione, sottolinea ancora l’europarlamentare italiano eletto in Francia, “deve prendere una posizione forte e dimostrare di essere pronta al confronto politico in Consiglio. Non può basarsi sul minimo comune denominatore in Consiglio ma, forte del sostegno del Parlamento”, che sta votando una risoluzione che chiede un fondo da 2mila mld, con risorse proprie, “deve fare una scelta netta e lavorare in Consiglio per costruire un accordo su questo. Spero che venga fuori dal lavoro dei commissari. Finora – conclude – è stato difficile capire in concreto che cosa vuole la Commissione”.

MES – Sarà “difficile” convincere i presidenti delle Regioni Lombardia e Veneto, Attilio Fontana e Luca Zaia, che hanno combattuto “in prima linea” la pandemia provocata dal coronavirus Sars-Cov-2, a spiegare ai cittadini lombardi e veneti che la Lega vuole rinunciare ad utilizzare le linee di credito del Mes, che metteranno a breve a disposizione dell’Italia “36 mld di euro” a interessi “praticamente zero” per rafforzare i servizi sanitari, dice Gozi all’Adnkronos.

“Non sono un esperto di vicende interne alla Lega – premette – sono molto lontano da loro. Mi chiedo però come i presidenti Luca Zaia e Attilio Fontana potrebbero giustificare e spiegare ai lombardi e ai veneti che la Lega, per ragioni ideologiche e totalmente infondate, rifiuta 36 mld di euro a favore della sanità italiana. Penso che sia molto difficile farlo capire a presidenti di Regione che sono stati in prima linea, che hanno combattuto, come ha combattuto il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini”, la pandemia di Covid-19.

“Sappiamo benissimo – sottolinea ancora Gozi – lo sforzo enorme, sanitario, che in particolare Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto hanno fatto durante la crisi. Mi sembra molto difficile che la Lega possa spiegare a chi l’ha votata in quelle regioni che, per ragioni che non si capiscono, o per seguire Bagnai o Borghi, rifiuta fondi per la sanità a interesse praticamente zero e che sono molto utili per ricostituire la capacità di azione sanitaria, che è stata messa sotto stress durante questa crisi”, conclude.

“DESTRA SPACCATA IN TRE SU RUOLO ITALIA IN UE” – Il centrodestra italiano si appresta a spaccarsi “in tre” nel voto al Parlamento Europeo sulla risoluzione sul bilancio Ue e il Piano per la ripresa, un tema “chiave” per il ruolo del nostro Paese in Europa, dove su questo tema si è aggregata una maggioranza “senza precedenti”, che va dai nazionalisti polacchi del Pis ai socialisti portoghesi di Antonio Costa, sottolinea Gozi in vista dei risultati del voto che arriveranno domani, sulla base delle posizioni espresse da Fi, Fdi e Lega sulla risoluzione (rispettivamente dovrebbero votare a favore, astenersi e votare contro).

“E’ evidente – dice – che la destra è spaccata in tre e non ha un’idea comune di Europa. Si spacca in tre su un tema fondamentale, su cui per la prima volta riusciamo ad avere una maggioranza che va da Jaroslaw Kaczynski, leader del Pis polacco, ad Antonio Costa, presidente socialista del Portogallo”.

“La maggioranza che stiamo realizzando nel Parlamento Europeo – sottolinea – non ha precedenti e va dalla destra conservatrice dura polacca, alleati di Giorgia Meloni, fino alla parte più socialista dei Socialdemocratici”.

“Spaccarsi su un tema così chiave come il Piano di rilancio europeo – aggiunge Gozi – significa non avere una posizione comune su un tema fondamentale, che è il rapporto dell’Italia con l’Europa e il ruolo dell’Italia in Europa. Mi sembra un dato politico evidente e molto grave per loro”.

“Mi chiedo – prosegue – che cosa ci faccia ancora Forza Italia in un cosiddetto centrodestra che è destra estrema e poco centro, in cui gli alleati che Fi rincorre si confermano alleati in posizioni molto distanti dallo stesso Ppe”.

“Poi – avverte – vedremo il voto finale, ma trovo assurdo che chi invocava eurobond subito oggi non voti una risoluzione che fa un passo in avanti straordinario sulla risposta economica dell’Europa. Una risoluzione che indica in modo esplicito che i Paesi più colpiti devono beneficiare di più di questo piano. In realtà – conclude – la destra italiana è schizofrenica sull’Europa, come su tanti altri temi”.