“Fca ha chiesto prestito”, parola ai sindacati 

Fca ha chiesto prestito, parola ai sindacati

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Pubblicato il: 16/05/2020 21:52

“Nel pomeriggio Fca ha convocato un incontro in call conference con tutti i sindacati in cui ha confermato la richiesta di un prestito nell’ambito dei provvedimenti del Governo sulla liquidità. Le ragioni della richiesta, la cui quantità non è stata comunicata, è derivata dagli effetti dell’emergenza Covid-19 sul settore ed in particolare su Fca Italy e su tutta la filiera della componentistica italiana alla luce della situazione molto critica del mercato in Italia ed in Europa. Fca ha confermato inoltre sia il piano industriale che di fusione con Psa”. Lo dichiarano in una nota congiunta Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil e Michele De Palma, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile automotive.

”La Fiom ha chiesto che ci sia un confronto ulteriore per affrontare la situazione del piano industriale e occupazionale alla luce degli effetti determinati dall’emergenza Covid-19 a cui FCA ha risposto in modo positivo -concludono i due sindacalisti-. La Fiom ritiene urgente che il Governo convochi i tavoli sui settori strategici con i sindacati e le imprese, a partire dall’automotive, per mettere insieme le iniziative utili e gli investimenti necessari a innovare nella direzione della sicurezza, della eco compatibilità e dell’occupazione”.

Sul punto intervengono anche le altre sigle sindacali: “Fca ci ha confermato stasera di aver chiesto al Governo italiano un finanziamento da restituire in tre anni. La sostanziale paralisi del mercato dell’auto sta difatti ponendo evidenti problemi, che rischiano di ripercuotersi sull’intera filiera produttiva”, riferiscono Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, e Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore automotive. “La richiesta di Fca- spiegano Palombella e Ficco – consiste in un prestito rivolto esclusivamente alla parte italiana del gruppo e sarebbe finalizzata ad alimentare i numerosi fornitori, nonché a facilitare la realizzazione dei 5 miliardi di investimenti previsti per il nostro Paese, in una situazione di sostanziale assenza di vendite e quindi di fatturato”.

“Il Governo – commentano Palombella e Ficco – deve capire che l’industria è il perno dell’economia italiana, che l’automotive in particolare è il primo settore italiano e sta attraversando una fase di delicata trasformazione, con l’entrata in vigore proprio quest’anno di normative europee molto restrittive sulle emissioni e con il processo di fusione fra Fca e Psa tuttora in corso. I sedicenti decreti di rilancio non rilanceranno proprio un bel nulla, se continueranno a trascurare del tutto l’industria e addirittura a mortificare il settore dell’auto. Per Fca lavorano non solo 55.000 dipendenti, ma ben il 40% di tutte le imprese italiane di componentistica”.

”Si è appena conclusa la call tra l’Ad Pietro Gorlier di Fca e i Segretari Generali di Fim Fiom Uilm Fismic, Ugl e Aqcf. Fca ci ha ufficializzato la notizia relativa al suo negoziato per ottenere prestito con Banca Intesa e Sace”, confermano in una nota congiunta il segretario generale della Fim Cisl, Marco Bentivogli e Raffaele Apetino, Coordinatore nazionale automotive. “L’azienda -sottolineano- ha richiesto accesso a misure previste da decreto liquidità dopo che si è azzerato per due mesi il fatturato. Nel decreto rilancio, azienda e organizzazioni sindacali sono rimasti delusi per la totale assenza di misure per sostegno al mercato dell’auto. Si quantificano circa 0€ su 55 miliardi”.

”L’11 maggio, tutto il sindacato italiano insieme ad Anfia, l’associazione dei costruttori di auto avevano richiesto, attraverso un documento congiunto, un sostegno per il rinnovo del parco auto verso veicoli meno inquinanti. Il Governo purtroppo ha confermato come linea di politica industriale il sostegno all’acquisto di monopattini e biciclette. In un momento in cui Francia e Germania stanno sostenendo con forza l’automotive riconoscendo il valore che rappresenta per le rispettive economie e l’occupazione”, continuano i due sindacalisti.

”A seguito anche di ciò Fca ha richiesto accesso alle misure del decreto liquidità: ovvero ad un prestito a 3 anni, che andrà restituito. La finalità è dovuta allo stop totale delle 5.500 società della filiera (fornitori, concessionari, etc.) che hanno gran bisogno di liquidità e non riescono ad accedervi. Il prestito sarà per pagare fornitori e dare impatto immediato alla ripartenza. Il 40% del fatturato annuo della componentistica annua nazionale è fatta con Fca. L’azienda ha precisato che il prestito richiesto è legato solo alla società italiana e agli investimenti italiani e ai fornitori italiani. A ciò sono collegati circa 300.000 lavoratori”, scrivono Bentivogli e Apetino.

”Sono confermati i 5 miliardi di investimenti in Italia e non è cosa semplice in una fase come questa. A conferma di ciò, oltre Sevel ripartita su domanda estera, i primi 1500 lavoratori rientrati sono proprio quella di ricerca e sviluppo sui nuovi modelli in fase di lancio. I primi risultati sono la localizzazione in Italia della produzione per l’area Emea a Melfi della Jeep Compass (che era prodotta in Messico) e della 500 elettrica (che nelle versioni precedenti era prodotta solo in Polonia). Si conferma il percorso di fusione Fca-Psa entro il primo trimestre del 2021”, aggiungono i due sindacalisti.

”Si conferma l’obiettivo della piena occupazione per la fine del piano nel 2023. L’Ad Pietro Gorlier ha anche voluto ringraziare le organizzazioni sindacali per la grande collaborazione nella stesura dei protocolli Covid19 per il rientro in sicurezza”, concludono Bentivogli e Apetino.