Sileri: “Lavorare a test sierologico di Stato altrimenti è giungla” 

Sileri: Lavorare a test sierologico di Stato altrimenti è giungla

Immagine di repertorio (Afp)

Pubblicato il: 21/05/2020 10:13

Io sarei per il test sierologico di Stato. Dovrebbe passarlo la Regione” anche se “non a tutti”, ma a chi viene “individuato dal medico di medicina generale o dal medico competente”. Lo afferma il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri, che in un intervento oggi a Radio Deejay spiega di credere “fermamente” nell’utilità del test per la misurazione degli anticorpi anti Covid-19.

“Dobbiamo lavorare affinché lo Stato garantisca il sierologico” a tutte le persone che ne hanno bisogno, dice, anche per disciplinare la corsa all’esame privato: “Auspico che il ministero della Salute a breve fornisca una maggiore regolamentazione – si augura Sileri – altrimenti poi diventa una giunga”.

Per Sileri “va scelto e consigliato il test sierologico migliore“, che “al momento deve essere fatto da coloro che hanno davvero dei rischi” come chi “è stato a casa con qualcuno che si è infettato, non ha fatto il tampone e deve capire se ha preso il virus o meno”. Il viceministro, guarito da Sars-CoV-2, fa un esempio: “Io ho avuto il virus. Mia madre non è mai venuta a casa, ma se fosse stata a casa con me lei sarebbe una candidata a dover fare il test”.

Quanto ai test privati, offerti da un numero sempre maggiori di laboratori, quelli che lo fanno “spesso applicano un costo arbitrario”, osserva il viceministro. “E’ chiaro che i laboratori privati fanno dei test – precisa – Alcuni sono sicuramente validi” e, “se il prezzo è contenuto e qualcuno vuole farselo, può farlo. Il problema è che, se poi risulta positivo, devi farti il tampone” pagando anche quello.

Ma quale dovrebbe essere ‘il prezzo giusto’ per un test degli anticorpi? “Quanto più basso possibile. Ho sentito prezzi che vanno dai 30-40 euro fino ai 150”, risponde Sieri che insiste: “Dobbiamo lavorare affinché lo Stato garantisca il sierologico non a tutti, ma a chi dovrebbe farlo”.

In questa fase 2 dell’emergenza coronavirus “stiamo andando bene”, ha detto ancora. Al netto delle fluttuazioni giornaliere, i dati settimanali rassicurano e si può dire che “siamo fuori dal periodo peggiore”. Ma basta una passeggiata in orario aperitivo per capire che il rischio ‘movida’ è concreto e che servono “buon senso e responsabilità”, avverte. E all’ascoltatore che chiede se bisogna indossare sempre la mascherina “in occasioni conviviali o a casa di un amico”, Sileri risponde: “Le occasioni conviviali ancora non dovrebbero esserci”, quindi “nessuna festa e nessuna cena”. Ma se si va a trovare un ‘congiunto’ (“una parola che mi viene da ridere ogni volta, per favore non me la fate dire”, sorride il viceministro), certo al chiuso “è sempre necessaria la distanza di sicurezza e la mascherina”. “I numeri non salgono ma è ancora presto per dirlo, vediamo cosa succederà nelle prossime settimane”, osserva Sileri rilanciando una “massima raccomandazione sull’adozione delle distanze e sull’utilizzo di mascherine: comportiamoci in maniera responsabile, resistiamo”, esorta. Anche un eventuale aperitivo “facciamolo in maniera responsabile, distanti e con la mascherina quando la distanza non può essere mantenuta. Tutto questo passerà e torneremo ad abbracciarci”.