Coronavirus, Magrini (Aifa): “Italia in campo per dosi vaccino a prezzi sostenibili”  

Coronavirus, Magrini (Aifa): Italia in campo per dosi vaccino a prezzi sostenibili

Immagine di repertorio (Fotogramma)

Pubblicato il: 22/05/2020 10:11

Se la sperimentazione di Oxford darà i risultati sperati, l’Italia si sta già coordinando con gli altri Paesi europei affinché il vaccino sia messo a disposizione in tutto il continente a prezzi sostenibili. C’è già un piano di produzione per soddisfare la domanda”. Nicola Magrini, direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), in un’intervista alla ‘Stampa’ assicura che il nostro Paese non sarà tagliato fuori dalla corsa all’approvvigionamento di un vaccino contro Covid quando arriverà sul mercato. E sul siero sperimentale dell’italiana ReiThera, anticipa: “A giorni speriamo possa partire la sperimentazione allo Spallanzani“.

Vaccino, ma non solo. Sul fronte dei farmaci, alla ricerca di una terapia capace di sconfigge il virus, ci sono circa 30 sperimentazioni autorizzate da Aifa. “Siamo in una situazione simile a quella delle prime terapie contro l’Hiv, che non bloccavano ma rallentavano la malattia. La troppa enfasi sull’efficacia non ancora dimostrata di molti farmaci – osserva Magrini – non ha aiutato la ricerca, perché i pazienti non hanno più voluto partecipare agli studi randomizzati, dove metà è trattata con il farmaco sperimentale e l’altra con un placebo. Che è l’unico metodo per conoscere la reale efficacia di un nuovo farmaco”.

Fra i farmaci più promettenti, l’antivirale remdesivir e l’anticorpo monoclonale tocilizumab? “Il primo, utilizzato per contrastare la replicazione del virus – spiega il Dg – sarà commercializzato a giugno in Italia sulla base di uno studio che ha mostrato una riduzione della mortalità dall’11,6% all’8%. Ma attendiamo i risultati di altri studi internazionali per avere un quadro più chiaro”.

“Il remdesivir – prosegue – ha dato primi risultati confortanti, anche se non definitivi, nei pazienti con polmoniti a diversi livelli di gravità. Per tocilizumab, invece, abbiamo dati incoraggianti ma preliminari con risultati che non sono statisticamente significativi sulla riduzione della mortalità a 14 giorni. Lo diventano a 30 giorni quando la letalità superiore al 30% si riduce al 22,4%”.

E del presidente Trump che annuncia di assumere una pillola dell’antimalarico idrossiclorochina per tenere alla larga il Covid, cosa ne pensa Magrini? “Dico e suggerisco solo che gli studi fin qui condotti sono poco confortanti. Non sappiamo se funziona, ma ne conosciamo gli effetti indesiderati, che possono essere anche gravi”, risponde. Fra le altre armi allo studio, gli anticoagulanti. “Abbiamo capito che l’infezione da Covid-19 comporta un rischio alto di trombosi ed embolie. Per questo – prosegue – abbiano iniziato a somministrare l’eparina a dosi più alte di quelle utilizzate a scopo di profilassi. Avvieremo uno studio per sapere se serve e in che dosaggio”.

Infine, un cenno all’antinfluenzale giapponese Alvigan, di cui si era tanto parlato sui social come una cura per Covid ‘tenuta nascosta’. “Si sta verificando se abbia efficacia preventiva. Diciamo che c’è un certo, anzi robusto scetticismo. E che è stato un cattivo esempio di come informazioni distorte possano generare aspettative infondate”, conclude.