Regionali, scontro sulle date. Comitato referendum al Colle “No a election day” 

Regionali, scontro sulle date. Comitato referendum al Colle No a election day

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Pubblicato il: 22/05/2020 21:16

Non c’è intesa sulle data per le regionali dopo la proposta dell’esecutivo per un election day a metà settembre. “Andare a votare il 13 e 14 settembre – tuona il governatore del Veneto, Luca Zaia – vuol dire fare la campagna elettorale e la raccolta delle firme ad agosto: impensabile” afferma pur ammettendo “che vi è un ‘recupero’ di un mese e mezzo rispetto alla prima data di ottobre-novembre”, torna comunque a stigmatizzare: “Rimane inspiegabile il fatto che, risolto il problema sanitario, il governo dica che non si possa andare a votare a fine luglio, e questa per me è una sospensione della democrazia”, conclude oggi nel corso del punto stampa.

Anche il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti preme per un voto immediato. “Le elezioni regionali sarebbe meglio farle alla fine di luglio ma se settembre deve essere, che sia massimo il 13 settembre. Il voto è un diritto non un optional, non si può spostare a piacimento”.

E anche all’interno della maggioranza ci sono malumori. “Accettare di votare per le elezioni regionali in una delle date di settembre attualmente previste equivale a disconoscere alcuni dei valori fondanti del processo democratico e del Movimento 5 Stelle“, afferma il deputato pentastellato e responsabile regionale campano per le aree interne, Luigi Iovino. “Concentrare iniziative elettorali nel mese di agosto, al netto delle restrizioni tese a contenere il contagio – sottolinea Iovino – significa escludere di fatto i cittadini e fare il gioco del partitino dei governatori, a cominciare da quello della mia Campania, che dalle loro poltrone di potere avrebbero la possibilità di diffondere urbi et orbi una propaganda spesso infarcita di bugiardi annunci, senza possibilità di smentita e contraddittorio. Così come si farebbe il gioco di chi ha la capacità di garantirsi pacchetti di voto frutto di clientele e compromessi. E questo non possiamo consentirlo”.

Perentorio da Forza Italia Maurizio Gasparri: “È inutile che i giornali scrivano di elezioni amministrative, regionali, referendarie il 13 di settembre. Non ci saranno in quella data. Il governo ha detto che un’ipotesi del genere è subordinata, ovviamente, a una condivisione tra le forze politiche. Il centrodestra non è d’accordo. Forza Italia ha parlato chiaro e lo farà ancora di più. Non si può votare il 13 settembre perché non si possono presentare le liste tra fine luglio e ferragosto. Non si può uccidere la campagna elettorale relegandola a qualche giorno dell’inizio di settembre, con modalità che impedirebbero liberi incontri con gli elettori. Non si può disturbare il tentativo di ripresa di un’attività turistica che avrà numeri bassissimi”.

Contrario all’election day anche il comitato per il referendum che bolla come “inaccettabile nella forma e discutibile nella sostanza”, l’accorpamento delle amministrative con il referendum costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari. I senatori Andrea Cangini, Nazario Pagano e Tommaso Nannicini annunciano quindi una lettera al presidente del Consiglio, al ministro dell’Interno, al ministro per i Rapporti con il Parlamento e, per conoscenza, al Presidente della Repubblica.

“In quanto membri del Comitato promotore del referendum, equiparabili a un potere dello Stato, il governo ha il dovere di consultarci prima di assumere una qualsivoglia decisione in materia. E né il ministro per i Rapporti con il Parlamento né altri l’hanno fatto. Quanto al merito – sottolineano – è evidente che abbinare una consultazione referendaria su una legge costituzionale a un voto politico regionale, per giunta parziale, ne altererebbe radicalmente il risultato”.