Coronavirus, Oms: “La pandemia è tutt’altro che finita” 

Coronavirus, Oms: La pandemia è tutt'altro che finita

(Afp)

Pubblicato il: 08/06/2020 18:16

“Mi dispiace dirlo, perché tutti vorremmo non fosse così, ma la pandemia è tutt’altro che finita. Vediamo segnali positivi in alcuni Paesi, ma in altri dobbiamo dire che la risposta non è adeguata. Però è possibile intervenire, costruire questa risposta, le infrastrutture necessarie, anche formando il personale sanitario al meglio”. A sottolinearlo Maria Van Kerkhove, responsabile tecnico per il coronavirus dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), in conferenza stampa a Ginevra. Secondo l’esperta ora è il momento di “concentrarsi sui casi sintomatici perché se li individuiamo e li seguiamo al meglio riduciamo drasticamente la diffusione del virus. Ed è raro che un soggetto asintomatico infetti un altro individuo dai dati pubblicati che abbiamo”. “Ora – ha aggiunto Michael Ryan, capo del programma per le emergenze sanitarie dell’Oms, rispondendo a una domanda su un nuovo report del governo cinese sulla risposta al Covid-19 – dobbiamo focalizzarci sull’andare avanti; tutti i documenti che vengono pubblicati sono interessanti e li accogliamo con favore, ma adesso è il momento di andare avanti e prepararci al futuro, supportando i paesi che si trovano nel bel mezzo di una tempesta. Ci sarà tempo per tornare indietro e guardare a quello che è stato fatto, alle decisioni che sono state prese a tutti i livelli, tecnicamente, politicamente, scientificamente, ma non ci sarà tempo, finché non avremo un vaccino”.

I NUMERI – “Quasi 7 milioni di casi di Covid-19 e quasi 400.000 morti sono stati segnalati all’Oms” spiega il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, in conferenza stampa a Ginevra. “Sebbene la situazione in Europa stia migliorando, a livello globale sta peggiorando. Più di 100.000 casi sono stati segnalati in 9 degli ultimi 10 giorni. Ieri sono stati notificati oltre 136.000 casi, il massimo finora in un solo giorno”.

“Quasi il 75% dei casi di ieri proviene da 10 Paesi, principalmente nelle Americhe e nell’Asia meridionale. La situazione del Sud America è quella che ci preoccupa di più. La maggior parte dei Paesi della regione africana sta ancora registrando un aumento dei casi, con alcune segnalazioni in nuove aree geografiche, sebbene la maggior parte dei Paesi della regione abbia meno di 1.000 casi. Vediamo anche un numero crescente di contagi in alcune parti dell’Europa orientale e dell’Asia centrale. Allo stesso tempo, siamo incoraggiati dal fatto che diversi Paesi in tutto il mondo vedano segnali molto positivi”.

“Ci troviamo da più di sei mesi in questa pandemia e non è il momento per nessun Paese di togliere il piede dall’acceleratore. Questo è il momento di continuare a lavorare sodo, sulla base della scienza e della solidarietà”.

PROTESTE IN SICUREZZA – “L’Oms sostiene pienamente l’uguaglianza e il movimento globale contro il razzismo – dice il direttore generale – . Rifiutiamo la discriminazione di ogni tipo” ma “incoraggiamo tutti coloro che protestano nel mondo a farlo in modo sicuro“. “Continuiamo a sollecitare una sorveglianza attiva per garantire che il virus non ritorni – ha proseguito – soprattutto perché in alcuni Paesi stanno iniziando a riprendere incontri di massa di tutti i tipi. In questi Paesi, la più grande minaccia ora è il compiacimento. I risultati degli studi di sieroprevalenza mostrano che la maggior parte delle persone a livello globale è ancora suscettibile alle infezioni”. “Per quanto possibile – consiglia il Dg Oms – si mantenga la distanza di almeno 1 metro dagli altri, si badi all’igiene delle mani, ci si copra quando si tossisce e si indossi una mascherina, se si partecipa a una protesta. Ricordiamo a tutte le persone di restare a casa se malate e di contattare un operatore sanitario”.

OMS E FONDI USA – “Continuiamo a lavorare con colleghi americani dei Cdc (Centes for Diseases Control and Prevention) e di altre istituzioni e lo faremo anche in futuro” ha detto Maria Van Kerkhove, responsabile tecnico per il coronavirus dell’Organizzazione mondiale della sanità in conferenza stampa a Ginevra, dopo l’interruzione da parte del Governo Usa dei fondi all’Oms. “C’è un coinvolgimento attivo nel nostro network di clinici, laboratori, risk communicator e altri esperti americani con cui proseguiremo la nostra collaborazione”.