Effetto lockdown su produzione industriale: ad aprile crollo del 19,1% 

Effetto lockdown su produzione industriale: ad aprile crollo del 19,1%

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Pubblicato il: 11/06/2020 11:49

Ad aprile – mese di ‘pieno’ lockdown – crollo senza precedenti per la produzione industriale nel nostro paese: l’Istat stima che l’indice scenda del 19,1% rispetto a marzo mentre su base annua il valore quasi si dimezza, scendendo del 42,5%.

Su base mensile l’indice mostra un aumento solo per l’energia (+0,7%), mentre ampie diminuzioni si registrano per i beni intermedi (-24,6%), i beni strumentali (-21,8%) e, in misura meno intensa, i beni di consumo (-14,0%). Andamento simile su base annua con un calo meno pronunciato solo per l’energia (-14,0%), mentre risulta molto rilevante per i beni strumentali (-51,5%), i beni intermedi (-46,0%) e quelli di consumo (-39,8%). Nella media del periodo febbraio-aprile, il livello della produzione cala del 23,2% rispetto ai tre mesi precedenti.

Tutti i principali settori di attività economica registrano forti diminuzioni tendenziali. Le più accentuate sono quelle delle industrie tessili , abbigliamento, pelli e accessori (-80,5%); della fabbricazione di mezzi di trasporto (-74,0%); delle altre industrie (-57,0%) e della fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche (-56,3%). I cali minori, invece, si osservano nella produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (-6,7%) e nelle industrie alimentari, bevande e tabacco (-8,1%). Commentando il dato l’Istat ricorda come su base congiunturale, al netto della stagionalità, la flessione è “meno ampia di quella di marzo (-28,4%); l’unico comparto in leggera crescita è quello farmaceutico (+2,0%), mentre rimane sostanzialmente stabile quello alimentare (-0,1%)”.

Giù esportazioni – Nel primo trimestre 2020 si stima un’ampia diminuzione congiunturale delle esportazioni per tutte le ripartizioni territoriali: superiore alla media nazionale per il Nord-est (-6,8%) e per il Sud e Isole (-5,4%), più contenuta per il Centro (-3,5%) e per il Nord-ovest (-3,3%). Lo rileva l’Istat. “La dinamica territoriale delle esportazioni nel primo trimestre 2020 è condizionata dagli effetti economici che l’emergenza Covid-19 ha avuto sull’export italiano nel mese di marzo. Nel primo trimestre 2020, il calo congiunturale dell’export interessa le ripartizioni territoriali con intensità diversa, risultando particolarmente marcata per il Nord-est che da solo spiega la metà della contrazione dell’export nazionale”, commenta l’Istat.

Nel primo trimestre 2020 l’export mostra un calo su base annua superiore alla media nazionale per il Nord-est (-2,5%) e il Nord-ovest (-2,2%) e meno ampio per il Centro (-1,5%), mentre il Mezzogiorno segna un lieve aumento delle vendite (+1,1%), sintesi del calo del -1,3% per il Sud e della crescita del +7,5% per le Isole, afferma l’Istat.

Nei primi tre mesi del 2020, la flessione tendenziale dell’export interessa oltre la metà delle regioni italiane ed è più ampia per Valle d’Aosta (-21,4%), Basilicata (-17,2%) e Marche (-9,5%). Da segnalare la performance negativa della Lombardia (-3%) che da sola contribuisce per 0,8 punti percentuali alla flessione su base annua dell’export nazionale. Diversamente, tra le regioni più dinamiche all’export, nel confronto con il primo trimestre 2019, ci sono Molise (+57%), Liguria (+39,0%) e Sardegna (+12,2%). Il calo delle vendite di macchinari e apparecchi da Lombardia, Emilia-Romagna, Piemonte e Veneto e di metalli di base e prodotti in metallo dalla Lombardia contribuisce alla diminuzione tendenziale dell’export nazionale per 1,7 pp. Per contro, l’aumento delle vendite di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici da Lombardia, Toscana, Veneto e Marche contrasta per 1,6 punti percentuali la flessione dell’export. Un impulso negativo alla dinamica su base annua dell’export nazionale proviene dalle vendite del Lazio verso gli Stati Uniti (-35,0%) e della Lombardia verso Germania (-8,2%), Francia (-7,0%) e Spagna (-7,8%). Nell’analisi provinciale dell’export, si segnalano le performance negative di Frosinone, Alessandria, Brescia, Reggio nell’Emilia, Bergamo e Pesaro e Urbino. Positive le performance di Genova, Arezzo e Roma.

“Su base annua – commenta l’Istat – la dinamica delle esportazioni è negativa per tutte le ripartizioni, a eccezione del Mezzogiorno. La flessione tendenziale dell’export ha interessato le principali regioni italiane esportatrici: nel primo trimestre 2020, il calo delle vendite da Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte contribuisce per 2,2 punti percentuali alla flessione su base annua dell’export nazionale.