Coronavirus, Crisanti: “Bambini fino a 11 anni non si ammalano” 

Coronavirus, Crisanti: Bambini fino a 11 anni non si ammalano

(Fotogramma)

Pubblicato il: 12/06/2020 15:32

“Il paper che uscirà a breve sulla rivista ‘Nature’ dimostra chiaramente che i bambini di età compresa tra uno e 11 anni non si ammalano anche in presenza di una forte esposizione“. Lo ha sottolineato il virologo dell’Università di Padova Andrea Crisanti intervenendo nel corso di una iniziativa benefica a Vo, il comune padovano di uno dei primi focolai italiani di Covid 19. “Se permettiamo agli adulti di andare allo stadio, se permettiamo scene di socializzazione nei bar e nei ristoranti, e si pensa addirittura di riaprire le discoteche, non è coerente come atteggiamento tutta questa resistenza nei confronti del mondo della scuola. Gli insegnanti si potrebbero proteggere con le mascherine che funzionano”.

APP IMMUNI – Quanto alla App Immuni, Crisanti dichiara di avere “due riserve: una operativa e una di carattere di governance“. “La prima è che dicono che dovrebbe aderire il 60% della popolazione – ha spiegato – ma la probabilità che due che ce l’hanno sul proprio telefonino si incontrino è il 36%, purtroppo. E se poi i casi identificati sono una frazione di quelli reali la percentuale scende ancora. Quindi ho dubbi sulla capacità di tracciare. Poi ho riserve in merito alla governance perché, essendo non perimetrata da una legislazione, ci dovrebbe essere una differenza netta tra chi l’ha sviluppata e chi la gestisce perché ci si trova in una situazione di forte asimmetria di conoscenza”.

CASI E TAMPONI – Il rapporto tra calo dei casi e calo dei tamponi effettuati, denunciato dalla Fondazione Gimbe, “è una cosa difficile da stabilire“. Crisanti ha ricordato che “i tamponi vengono fatti su richiesta degli ospedali e della sanità territoriale, quelli degli ospedali più o meno sono fissi perché vanno a rotazione su tutto il personale, e se la sanità territoriale non ha casi non può farli a vanvera. I tamponi vengono fatti intorno ai casi, se c’è un caso si fa tutto il tracciamento, altrimenti non possiamo prendere gente a caso”, ha spiegato.