Fase 3, Palmucci (Enit): “Sarà estate molto pesante per il turismo in Italia, ripresa nel 2021” 

Fase 3, Palmucci (Enit): Sarà estate molto pesante per il turismo in Italia, ripresa nel 2021

Pubblicato il: 13/06/2020 15:04

(di Cristina Armeni) “Sono un ottimista per natura ma quest’anno sarà un’estate molto pesante per il turismo in Italia, ci auguriamo che si possa guardare con più ottimismo all’anno prossimo”. Ad affermarlo all’Adnkronos è il presidente dell’Enit Giorgio Palmucci nel delineare una previsione sulle prossime vacanze estive. “Le strutture ricettive (alberghi, B&b, ecc) infatti – spiega – non potranno riaprire al 100% e la stagione difficilmente potrà allungarsi perché le scuole devono riaprire e il turismo italiano è molto familiare”.

“Ci sono interessi contrapposti nel Paese. Ad esempio – argomenta – l’apertura delle fabbriche ad agosto sarebbe importante perché il sistema economico necessita di una ripresa e molte aziende, anche su indicazione del governo, all’inizio della pandemia dovendo chiudere hanno messo in ferie i dipendenti, di conseguenza ci sono tanti italiani che hanno consumato le loro ferie e, a parte i problemi economici, non secondari, non hanno possibilità di andare in vacanza”. E questo non può che remare contro il settore turistico.

Intanto, “un bel segnale” arriva dal turismo incoming tedesco. Si registrano le prime prenotazioni d a Germania e Austria. “Ci auguriamo che ci siano anche i volumi per la ricettività delle strutture alberghiere ed extra alberghiere: è importante perché dalla Germania arriva il 30% del turismo internazionale limitrofo”, sottolinea. Da lunedì prossimo, il 15 giugno, con l’apertura delle frontiere con molti Paesi dell’Area Shengen “ci aspettiamo un aumento delle prenotazioni, – sostiene Palmucci – complice anche il via libera dell’Austria al passaggio dal Brennero. E poi dal 1 luglio l’apertura graduale e parziale con le aree extra Shengen consentirà nuovi flussi”.

Mancheranno all’appello però centinaia di migliaia di turisti ‘ricchi’ dagli Usa, dalla Cina, dal Giappone e più in generale dall’Estremo Oriente. Turisti che spendono cifre considerevoli quando vanno in vacanza e, a farne le spese, saranno soprattutto località come Taormina, Capri, la Costiera Amalfitana e ovviamente città d’arte come Roma, Firenze e Venezia. “Speriamo che una fetta di turismo italiano vada a compensare le perdite del turismo straniero però i numeri sono molto lontani da quelli a cui siamo abituati”. “Nel 2018 e nel 2019 abbiamo avuto due annate eccezionali, l’anno scorso abbiamo registrato 430 milioni di pernottamenti, la metà italiani e l’altra metà esteri, – ricorda il numero uno di Enit – nel 2019 gli stranieri hanno speso 46 miliardi di euro in Italia e gli italiani 27 miliardi all’estero: quest’anno gli italiani in larghissima parte resteranno in Italia quindi qualcosa una parte delle perdite potrà essere compensata dal turismo domestico, speriamo. E pensare che il 2020 è l’anno della cultura e del turismo Italia-Cina…”.

Quest’anno riprenderà quota il turismo nei piccoli borghi italiani così come in montagna che saranno sempre più appetibili per attirare turisti italiani e stranieri, anche perché in tempi covid-19 potrebbero garantire più facilmente il distanziamento sociale. “In Italia già prima del coronavirus si voleva promuovere il turismo diffuso con i piccoli borghi, le attrattive naturalistiche e storico-artistiche diffuse su tutto il territorio nazionale, oggi ancor più di prima questa varietà di posti da scoprire può rappresentare scopo di vacanza”.

Il settore comunque deve contare anche su politiche e risorse europee per riprendersi. “E’ importante l’approccio europeo che si è delineato negli ultimi tempi perché gli accordi bilaterali rischiavano di essere altamente dannosi per il turismo in Italia”, sostiene il numero uno del’Enit. “In Unione europea si vede la volontà di sviluppare piani straordinari per il turismo – afferma – visto che il settore rappresenta in Europa il 10% del Pil (in Italia rappresenta il 13%). Ci auguriamo che le misure europee possano aiutare a far riprendere un settore che è crollato per più di due mesi. Anche nel Recovery Fund la commissione Ue ha indicato il turismo come settore da sostenere e questo fa ben sperare”.