Monito del Papa: “Mai più mani che seminano morte e povertà” 

Monito del Papa: Mai più mani che seminano morte e povertà

(Fotogramma)

Pubblicato il: 13/06/2020 13:47

Mai più mani che seminano “morte e povertà”. Il Papa, nel messaggio per la quarta Giornata mondiale dei poveri che ricorrerà il prossimo 15 novembre, indica al popolo di Dio il “codice sacro da seguire nella vita“: ‘Tendi la tua mano al povero’, che è anche il titolo del messaggio presentato oggi via streaming in Vaticano.

‘”Tendi la mano al povero’- scrive Bergoglio- fa risaltare, per contrasto, l’atteggiamento di quanti tengono le mani in tasca e non si lasciano commuovere dalla povertà, di cui spesso sono anch’essi complici. L’indifferenza e il cinismo sono il loro cibo quotidiano”.

Poco prima Francesco aveva descritto le tante mani tese di tanti ‘eroi della porta accanto’ nell’emergenza coronavirus : “Che differenza rispetto alle mani generose che abbiamo descritto! Ci sono, infatti, mani tese per sfiorare velocemente la tastiera di un computer e spostare somme di denaro da una parte all’altra del mondo, decretando la ricchezza di ristrette oligarchie e la miseria di moltitudini o il fallimento di intere nazioni. Ci sono mani tese ad accumulare denaro con la vendita di armi che altre mani, anche di bambini, useranno per seminare morte e povertà. Ci sono mani tese che nell’ombra scambiano dosi di morte per arricchirsi e vivere nel lusso e nella sregolatezza effimera“.

“Ci sono mani tese – denuncia ancora il Papa – che sottobanco scambiano favori illegali per un guadagno facile e corrotto. E ci sono anche mani tese che nel perbenismo ipocrita stabiliscono leggi che loro stessi non osservano. In questo panorama, ‘gli esclusi continuano ad aspettare. Per poter sostenere uno stile di vita che esclude gli altri, o per potersi entusiasmare con questo ideale egoistico, si è sviluppata una globalizzazione dell’indifferenza’“.

Per questo, dice Bergoglio, bisogna porre fine al “degrado morale “, non possiamo permettere che rimanga “in letargo la responsabilità che ognuno deve sentire verso ogni persona”.

“Questa pandemia è giunta all’improvviso e ci ha colto impreparati, lasciando un grande senso di disorientamento e impotenza. Le nostre ricchezze spirituali e materiali sono state messe in discussione e abbiamo scoperto di avere paura. Abbiamo maturato l’esigenza di una nuova fraternità, capace di aiuto reciproco e di stima vicendevole”. Il Papa scuote le coscienze: “Già troppo a lungo siamo stati nel degrado morale, prendendoci gioco dell’etica, della bontà, della fede, dell’onestà. Tale distruzione di ogni fondamento della vita sociale finisce col metterci l’uno contro l’altro per difendere i propri interessi, provoca il sorgere di nuove forme di violenza e crudeltà e impedisce lo sviluppo di una vera cultura della cura dell’ambiente”. i

Per questo “la comunità cristiana – ammonisce Bergoglio – è chiamata a coinvolgersi in questa esperienza di condivisione, nella consapevolezza che non le è lecito delegarla ad altri. E per essere di sostegno ai poveri è fondamentale vivere la povertà evangelica in prima persona”. Avverte Bergoglio: “Non possiamo sentirci “a posto” quando un membro della famiglia umana è relegato nelle retrovie e diventa un’ombra. Il grido silenzioso dei tanti poveri deve trovare il popolo di Dio in prima linea, sempre e dovunque, per dare loro voce, per difenderli e solidarizzare con essi davanti a tanta ipocrisia e tante promesse disattese, e per invitarli a partecipare alla vita della comunità”.