Dal calcestruzzo all’igienizzante, la nuova vita di Tekna Chem 

Dal calcestruzzo all'igienizzante, la nuova vita di Tekna Chem

Pubblicato il: 15/06/2020 15:11

Una ‘buona pratica’ di riconversione industriale, nel segno della sicurezza sanitaria e della tutela dei posti di lavoro. Nell’emergenza sanitaria ancora in corso e nella delicata fase di ripartenza, Tekna Chem, gruppo industriale leader nel settore della produzione di additivi di alta specializzazione per calcestruzzi, ha riconvertito parte della sua attività verso una nuova linea di prodotti igienizzanti, la Sanatek. Una scelta che ben si lega alla ‘filosofia’ aziendale che guida fin dall’inizio l’attività di Tekna Chem e del suo fondatore Silvio Cocco, numero uno dell’azienda e presidente della Fondazione Istituto Italiano per il Calcestruzzo.

“Dal calcestruzzo agli igienizzanti il passaggio è stato breve dal punto di vista concettuale”, spiega Cocco.

“Siamo partiti da un know how molto solido di ricerca e innovazione nel settore della chimica. Il nostro core business, infatti, è proprio lo studio delle reazioni chimiche degli additivi che compongono il calcestruzzo, un ‘materiale – simbolo’ capace di soddisfare una vasta gamma di requisiti come resistenza e resilienza, ma soprattutto sicurezza e territorialità, poiché è di provenienza e produzione locale”, sottolinea ancora Cocco. “Non è un caso, quindi -continua Cocco- che la nuova linea Sanatek nasca nello stabilimento di Renate, nella Brianza, zone tra le più colpite dalla pandemia, luoghi simbolo non solo del dolore e delle morti provocate dal Covid-19 ma anche della difficile ripresa economica e sociale”.

Facile anche inventare claim per accompagnare la commercializzazione dei nuovi prodotti, che sulla confezione recano le frasi “Azione rapida” e “Attivo in dieci secondi”, proprio come i materiali da costruzione realizzati ormai da decenni dall’azienda, che hanno permesso di risolvere spesso in poco tempo il ripristino o la costruzione di nuove opere sicure e resistenti nel tempo.

Un’intera area dello stabilimento è stata riconvertita nella produzione di saponi e igienizzanti per le mani, per le superfici e per i tessuti, spray studiati anche per pulire a fondo gli elettrodomestici, inodore e senza residui, nebulizzatori per vestiti, adatti ad igienizzare le tute da lavoro degli operai. Dispositivi di protezione che si aggiungono alla linea già presente di prodotti per la pulizia di pavimenti industriali e disincrostanti per calcestruzzo. Per la nuova produzione, è stato rafforzato il laboratorio di ricerca con nuovo personale competente nei settori della cosmetica e della cura della pelle.

Da una media di 20mila pezzi al giorno, Sanatek punta ad arrivare in poco tempo a 70-80mila pezzi, in modo da implementare le scorte dei magazzini e garantire la distribuzione, considerata la gran mole di richieste. “Non nascondo che all’inizio siamo stati titubanti -conclude Cocco- considerato il nostro core business, però da più parti ci chiedevano di provare ad allargare la nostra produzione e poi il periodo era veramente drammatico, non si trovavano mascherine, guanti, prodotti igienizzanti. Alla fine, avendo i requisiti, abbiamo deciso di fare qualcosa di utile per il Paese e per la salvaguardia dei posti di lavoro”.

Dal calcestruzzo all’igienizzante, la nuova vita di Tekna Chem 

Dal calcestruzzo all'igienizzante, la nuova vita di Tekna Chem

Pubblicato il: 15/06/2020 15:11

Una ‘buona pratica’ di riconversione industriale, nel segno della sicurezza sanitaria e della tutela dei posti di lavoro. Nell’emergenza sanitaria ancora in corso e nella delicata fase di ripartenza, Tekna Chem, gruppo industriale leader nel settore della produzione di additivi di alta specializzazione per calcestruzzi, ha riconvertito parte della sua attività verso una nuova linea di prodotti igienizzanti, la Sanatek. Una scelta che ben si lega alla ‘filosofia’ aziendale che guida fin dall’inizio l’attività di Tekna Chem e del suo fondatore Silvio Cocco, numero uno dell’azienda e presidente della Fondazione Istituto Italiano per il Calcestruzzo.

“Dal calcestruzzo agli igienizzanti il passaggio è stato breve dal punto di vista concettuale”, spiega Cocco.

“Siamo partiti da un know how molto solido di ricerca e innovazione nel settore della chimica. Il nostro core business, infatti, è proprio lo studio delle reazioni chimiche degli additivi che compongono il calcestruzzo, un ‘materiale – simbolo’ capace di soddisfare una vasta gamma di requisiti come resistenza e resilienza, ma soprattutto sicurezza e territorialità, poiché è di provenienza e produzione locale”, sottolinea ancora Cocco. “Non è un caso, quindi -continua Cocco- che la nuova linea Sanatek nasca nello stabilimento di Renate, nella Brianza, zone tra le più colpite dalla pandemia, luoghi simbolo non solo del dolore e delle morti provocate dal Covid-19 ma anche della difficile ripresa economica e sociale”.

Facile anche inventare claim per accompagnare la commercializzazione dei nuovi prodotti, che sulla confezione recano le frasi “Azione rapida” e “Attivo in dieci secondi”, proprio come i materiali da costruzione realizzati ormai da decenni dall’azienda, che hanno permesso di risolvere spesso in poco tempo il ripristino o la costruzione di nuove opere sicure e resistenti nel tempo.

Un’intera area dello stabilimento è stata riconvertita nella produzione di saponi e igienizzanti per le mani, per le superfici e per i tessuti, spray studiati anche per pulire a fondo gli elettrodomestici, inodore e senza residui, nebulizzatori per vestiti, adatti ad igienizzare le tute da lavoro degli operai. Dispositivi di protezione che si aggiungono alla linea già presente di prodotti per la pulizia di pavimenti industriali e disincrostanti per calcestruzzo. Per la nuova produzione, è stato rafforzato il laboratorio di ricerca con nuovo personale competente nei settori della cosmetica e della cura della pelle.

Da una media di 20mila pezzi al giorno, Sanatek punta ad arrivare in poco tempo a 70-80mila pezzi, in modo da implementare le scorte dei magazzini e garantire la distribuzione, considerata la gran mole di richieste. “Non nascondo che all’inizio siamo stati titubanti -conclude Cocco- considerato il nostro core business, però da più parti ci chiedevano di provare ad allargare la nostra produzione e poi il periodo era veramente drammatico, non si trovavano mascherine, guanti, prodotti igienizzanti. Alla fine, avendo i requisiti, abbiamo deciso di fare qualcosa di utile per il Paese e per la salvaguardia dei posti di lavoro”.