Covid Nuova Zelanda, militari in campo dopo due casi ‘importati’ 

Covid Nuova Zelanda, militari in campo dopo due casi 'importati'

(Afp)

Pubblicato il: 17/06/2020 12:48

“E’ un fallimento inaccettabile”. Furiosa per il mancato rispetto delle regole, la premier neozelandese Jacinda Ardern ha annunciato l’utilizzo di militari per controllare gli ingressi nel Paese , dopo che due donne arrivate dal Regno Unite sono risultate positive mentre erano già in viaggio nel paese, da pochi giorni dichiarato Covid-freena. “Non doveva accadere e non può ripetersi”, ha detto la premier citata dal Guardian. La Ardern ha sospeso anche l’eccezione compassionevole che aveva permesso alle due donne di lasciare in anticipo la quarantena per raggiungere in automobile un parente in fin di vita a 650 chilometri di distanza da Wellington.

All’esercito sarà affidato il controllo dei nuovi arrivati nel Paese e il rispetto del loro periodo di quarantena. Intanto le autorità sanitarie stanno rintracciando 320 persone che hanno avuto “contatti stretti” con le due donne positive arrivate dalla Gran Bretagna e che saranno invitate a sottoporsi al test per il Covid-19. Contatti stretti potrebbero includere passeggeri nel loro volo per la Nuova Zelanda e altri viaggiatori in quarantena nel loro hotel di Auckland, nonché personale dell’hotel e personale di volo.

Dichiarata Covid-free l’8 giugno, la Nuova Zelanda ha revocato tutte le restrizioni interne grazie alle quali l’epidemia era stata contenuta con successo, con 1500 contagi e 22 morti. Al momento le frontiere sono chiuse e possono entrare solo cittadini neozelandesi, loro familiari e lavoratori essenziali.

Tutti i nuovi arrivati devono però rimanere in quarantena per 14 giorni sotto controllo delle autorità. Non è chiaro come mai le due donne, arrivate il 7 giugno, abbiano potuto lasciare il 13 l’albergo dove erano in isolamento, senza nemmeno avere fatto il tampone, tanto più che una di loro aveva qualche sintomo. Per questo a sorvegliare le quarantene ci sarà ora l’esercito. Intanto è caccia ai contatti delle due donne, ora poste in isolamento con un parente. Circa 320 persone devono essere testate.