Floyd, il fratello all’Onu: “La vita dei neri non conta” 

Floyd, il fratello all'Onu: La vita dei neri non conta

(Afp)

Pubblicato il: 17/06/2020 18:03

Le vite dei neri non contano negli Stati Uniti“. Parafrasando il nome del movimento di attivisti afroamericani, Philonise Floyd, fratello di George, morto per mano della polizia a Minneapolis il 25 maggio scorso, ha denunciato l’atteggiamento del suo Paese nel corso di una sessione del Consiglio dei diritti umani dedicata al razzismo. “Gli agenti non hanno mostrato pietà né umanità – è tornato ad accusare il fratello di Floyd in video collegamento con Ginevra – e hanno torturato a morte mio fratello per le strade di Minneapolis davanti ad una folla di testimoni che guardava e li implorava di smettere, dando al popolo nero ancora una volta la stessa lezione, che la vita dei neri non conta negli Stati Uniti”.

“Vi chiedo di aiutarci ad avere giustizia per mio fratello George Floyd. Spero che creerete una commissione d’inchiesta indipendente per indagare sull’uccisione di afroamericani da parte della polizia in America” ha detto Philonise Floyd.

“Il modo in cui avete visto mio fratello torturato e ucciso in un video è il modo in cui i neri vengono trattati dalla polizia in America”, ha insistito Floyd, che, rivolto alle Nazioni Unite, ha sottolineato come abbiano “il potere di fare giustizia per mio fratello”.

I Paesi africani del Consiglio dei diritti umani dell’Onu – dal quale gli Stati Uniti si sono ritirati nel giugno di due anni fa – vogliono che entro la settimana sia adottata una proposta per dare vita ad una commissione d’inchiesta che indaghi sul razzismo sistematico, le violenze della polizia e le violazioni dei diritti umani contro gli africani o gli afroamericani negli Stati Uniti e in altri Paesi. Da quando è stato creato nel 2006, il Consiglio ha istituito 31 commissioni d’inchiesta, ma nessuna che ha indagato su un Paese occidentale.