Mano reimpiantata in tempi record: 64enne muove le dita 

Mano reimpiantata in tempi record: 64enne muove le dita

Pubblicato il: 17/06/2020 12:22

Reimpiantata a Padova in tempi record la mano destra a un 64enne. Oggi, 50 giorni dopo l’intervento, è stata sciolta le prognosi e l’uomo “ha ripreso la vitalità della mano riattaccata, con progressiva mobilizzazione attiva delle dita”. Lo sottolineano i medici delle due équipe dell’Uoc di Chirurgia plastica che hanno portato a termine l’operazione, insieme a un team multidisciplinare con ortopedici, anestesisti e personale infermieristico altamente specializzato dell’azienda ospedale-università di Padova.

L’uomo, un pensionato che vive in Veneto, si era procurato accidentalmente l’amputazione completa della mano destra a livello distale dell’avambraccio durante l’emergenza Covid-19. Subito dopo l’incidente il pensionato ha portato con sé il segmento amputato, la mano, al Pronto soccorso di Mirano. “Qui, una volta stabilizzato il sanguinamento e dopo aver avviato le procedure diagnostiche per escludere la positività alla Sars-CoV-2, è stato organizzato il trasferimento immediato presso la Chirurgia plastica dell’azienda ospedaliera di Padova con l’ambulanza del 118, seguendo strettamente i protocolli e le linee guida ufficiali della Società italiana di chirurgia della mano”, ricostruisce l’Ao.

“Il coordinamento d’emergenza territoriale, e le consolidate competenze professionali del personale operante all’interno dell’azienda ospedaliera – sottolinea l’Ao di Padova – hanno permesso il delicatissimo reimpianto in tempi record, iniziando l’intervento a sole 3 ore dal trauma, mantenendosi al di sotto del tempo critico di ischemia del segmento amputato di 6 ore, tempo oltre il quale le possibilità di successo si riducono drasticamente aumentando anche i rischi di vita del paziente”.

Le linee guida prevedono che il pezzo distaccato venga mantenuto a bassa temperatura con ghiaccio in appositi contenitori sterili. Ma lo stato di ischemia fredda a 4 gradi della mano amputata, così ottenuto, è in grado di preservare solamente per poche ore l’integrità di tutti i tessuti e richiede quindi un immediato trasferimento del paziente in un Centro specializzato per tentare il reimpianto entro le 6 ore dal trauma. L’ospedale di Padova, fin dal primo contatto telefonico informativo avuto, “ha organizzato l’accoglimento del paziente secondo i criteri più idonei a garantire massima efficienza in tempi rapidi. Immediatamente allertato – riferisce l’Ao – il team multidisciplinare ha visto in prima fila due équipe chirurgiche: una per preparare il pezzo amputato e l’altra per preparare il moncone al reimpianto”.

“Si è proceduto quindi alla sintesi ossea di radio e ulna con mezzi di sintesi interni e alla riconnessione di tutte le strutture tendinee flessorie ed estensorie – riporta l’Ao – nonché alla ricostruzione microchirurgica, utilizzando il microscopio operatorio, dei nervi periferici e delle strutture vascolari arteriose e venose, ottenendo il reimpianto completo della mano amputata”. La delicata operazione ha visto la partecipazione attiva di 7 chirurghi: 2 chirurghi ortopedici che si sono occupati della sintesi ossea e 5 chirurghi plastici ricostruttivi, insieme a 3 anestesisti e 6 infermieri.

“Nei giorni seguenti all’intervento – concludono dall’ospedale – è stato riscontrato che il paziente ha mantenuto la stabile vitalità della mano con la progressiva mobilizzazione attiva delle dita, ed è stato dimesso dopo 6 giorni di ricovero in buone condizioni cliniche e in grado di muovere autonomamente le dita della mano. Dopo un periodo di intensa riabilitazione assistita, a 50 giorni dall’intervento, si ipotizza che l’uomo possa ritornare a compiere, nell’arco di alcuni mesi, le normali attività manuali. Continuerà la riabilitazione tendinea; la completa rigenerazione neuromuscolare verrà raggiunta nel tempo, in 18 mesi”.