Cauda: “Finché c’è un solo caso di Covid in giro rischio sussiste” 

Cauda: Finché c'è un solo caso di Covid in giro rischio sussiste

(Foto Afp)

Pubblicato il: 18/06/2020 09:14

Finché c’è un solo caso di Covid in giro il rischio sussiste”. Lo dice intervistato da Il Giornale, Roberto Cauda professore Ordinario di Malattie Infettive dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore dell’Unità Operativa di malattie infettive della Fondazione Policlinico Gemelli Irccs. “Attenzione: il rischio di nuovi contagi – osserva – è lo stesso di una settimana fa. Oggi non è maggiore per la situazione che sta cambiando in Cina. Il problema non era e non è risolto. E non ci sono motivazioni scientifiche per ritenere che i contagi ripartissero di nuovo da Wuhan. Ma sappiamo che nelle zone più densamente popolate la circolazione del virus è favorita. Potrebbe accadere anche qui”.

“Il virus – avverte – è ancora in circolazione ed è subdolo perché si trasmette per via aerea anche dagli asintomatici che rappresentano il 45 per cento circa degli infetti. Non possiamo escludere che si creino nuovi focolai”. E sui due nuovi cluster a Roma che hanno destato preoccupazione: “Sono sotto controllo – riferisce – come ha anche confermato l’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato. Sono la dimostrazione che è impossibile prevederli ma è possibile invece contenerli tempestivamente. I focolai non sono prevedibili con un virus che si trasmette per via aerea ma l’azione delle istituzioni sanitarie deve essere immediata: identificazione, isolamento, tracciamento. A livello individuale mascherina e prudenza”.

Sulla riapertura dei confini afferma invece: “Io ero e resto favorevole alle riaperture. La situazione nei paesi Schengen è abbastanza omogenea ma il rischio di casi di importazione è dietro l’angolo. Abbiamo però alcune ragioni per essere ottimisti. Ci sono studi che saranno ulteriormente verificati che indicano come i raggi ultravioletti riducano la sopravvivenza del virus, un’azione positiva dei raggi solari che ci aiuta a contenere la diffusione della malattia”. “Poi – aggiunge Cauda – dobbiamo mantenere tutti quei comportamenti di protezione e prevenzione individuale che stanno funzionando bene. Non rinunciamo alle vacanze ma evitiamo gli assembramenti, indossiamo le mascherine. Il livello di attenzione deve restare alto”.

Infine, in merito al rischio – seconda ondata – spiega: ”Non si possono fare previsioni certe però il rischio zero non esiste. Certamente una seconda ondata è possibile ma ritengo che comunque non sarà drammatica come la prima perché ora siamo più preparati ad affrontare il coronavirus. Abbiamo trattamenti consolidati che hanno dato prova di efficacia nel limitare la gravità della malattia, sappiamo che può essere trasmessa dagli asintomatici. Certo il game changer sarà soltanto il vaccino”.