Zanardi, il neurochirurgo: “Ottimista? Merita di essere curato” 

Zanardi, il neurochirurgo: Ottimista? Merita di essere curato

Fotogramma

Pubblicato il: 20/06/2020 11:01

“Al momento le condizioni sono gravi ma stabili, lui è arrivato da noi con questo trauma cranio-facciale importante, con un fracasso facciale e una frattura affondata delle ossa del frontale. E’ stato operato per ‘rattoppare’. Al momento tutti i numeri sono buoni, ovviamente neurologicamente non è valutabile, pur rimanendo la situazione grave”. Lo afferma il neurochirurgo Giuseppe Olivieri, illustrando le condizioni cliniche di Alex Zanardi, ricoverato da ieri in gravissime condizioni al policlinico Santa Maria alle Scotte a seguito di incidente in handbike avvenuto in provincia di Siena e “mantenuto in coma farmacologico” (VIDEO).

“Io lo curo perché vale la pena curarlo. Essere ottimista o non ottimista non serve a niente, serve solamente curarlo. E’ stato un intervento come capita di frequente nel nostro mestiere. Io capisco l’ansia, ma al momento fare ipotesi non ha senso, so solo che quello che ritengo è che è un malato che vale la pena di curare e che deve essere curato. Poi la prognosi come sarà domani, fra una settimana o fra 15 giorni non lo so. Però sono assolutamente convinto che valga la pena curarlo”, spiega Olivieri, che continua: “Il quadro neurologico in questo momento non lo valutiamo, è una cosa che vedremo a distanza, quando se si sveglierà, se si sveglierà. Situazione grave vuol dire che è una situazione in cui uno può anche morire, e in questi casi i miglioramenti avvengono piano piano nel tempo, mentre i peggioramenti possono essere repentini”.

Alex Zanardi “è tenuto in coma farmacologico. L‘intervento è andato come doveva andare, è la situazione iniziale che era tanto grave“, afferma quindi il neurochirurgo. “I prossimi passaggi – ha proseguito – per quanto è prevedibile, è che si stabilizzi, in una settimana-dieci giorni, si vedrà, e se le cose vanno bene pian piano verrà svegliato e poi valutato neurologicamente. Ha fatto una Tac subito dopo l’intervento, ora ha un piccolo catetere per la misurazione della pressione intracranica che ci tiene informati sulla situazione dell’encefalo e in caso di bisogno farà un’altra Tac, ma solo se aumenterà la pressione intracranica. Sono casi che succedono a noi con una certa frequenza, ma il nostro è un lavoro anche un po’ ‘artigianale’, ogni paziente è diverso dall’altro per cui è difficile fare confronti con casi simili”, ha concluso.