Il taglio dell’Iva diventa un caso 

Il taglio dell'Iva diventa un caso

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Pubblicato il: 23/06/2020 09:27

Una ‘sforbiciata’ dell’imposta sui consumi. Questo quanto sta valutando il governo, con il premier Giuseppe Conte che però ieri ha tuttavia parlato di misura a tempo, correggendo il tiro: “Abbiamo detto che avremmo valutato questa possibilità, è chiaro che un calo dell’Iva costa moltissimo. Si è valutata l’ipotesi – ha chiarito intervistato dal Fatto Quotidiano – di una riduzione per un breve periodo di tempo. A regime si potrebbe valutare un piano cashless, è uno dei miei cavalli di battaglia. Su quello sono un testardo”.

L’ipotesi di un taglio dell’Iva sembra intanto non convincere Bankitalia, con il governatore Visco che – senza mai nominare direttamente la riduzione della tassa – ha parlato del bisogno di una revisione del fisco, ma con una “visione complessiva” e senza un approccio “imposta per imposta” per “un piano ben costruito” e studiato per la ripartenza del Paese.

Critica l’opposizione, che punta il dito contro il chiarimento di Conte: “Sull’abbassare le tasse – ha detto stamane il leader della Lega Matteo Salvini – noi siamo sempre a favore, anche se io sono più propenso a tagliare le tasse a famiglie e imprese ma va bene. Però quanto è durata? Diciotto ore e l’ipotesi è già finita. Una situazione imbarazzante”.

“Siamo basiti dalla superficialità e dalla confusione con le quali Conte ha lanciato la proposta di riduzione dell’Iva”, le parole della presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, che ha aggiunto: “Tagliare le tasse è una priorità e su questo FdI sarà sempre disponibile a parlare, a patto che si faccia con serietà, responsabilità e conti alla mano. L’esatto contrario di quello che ha fatto il Governo, che ha usato questo tema per fare un po’ di spettacolo e propaganda”.

LA TERZA VIA – Sulla falsariga del piano tedesco di tagliare l’iva per contribuire a risollevare l’economia dalla crisi del Covid, anche l’Italia ragiona su una possibile riduzione dell’imposta sul valore aggiunto. Un intervento temporaneo come quello tedesco che si estende dal 1 luglio 31 dicembre, avrebbe il beneficio di poter essere finanziato anche con risorse dei piani europei, ma non scioglierebbe il nodo di rendere il sistema più equo e semplice attraverso una più ampia riforma fiscale.

Ma – secondo gli economisti – potrebbe esserci una terza via tra i due schemi, seppur complessa e da costruire con oculatezza: avviare un taglio temporaneo, ma predisponendolo nel quadro di una riforma più ampia.

In Germania, il cui sistema di tassazione Iva è giudicato dagli stessi economisti imperfetto, si è scelta la strada dell’intervento una tantum. Costo dell’operazione 20 miliardi, tra la sforbiciata all’Iva ordinaria dal 19 al 16% e all’Iva ridotta che passa dal 7 al 5%. Ma i precedenti di qualche anno fa in altri partner Ue dimostrano che i risultati possono essere inferiori alle aspettative. E’ il caso per esempio della Gran Bretagna: durante la crisi innescata dal crollo di Lehman Brothers nel 2008-09 il Regno Unito ha tagliato temporaneamente l’Iva per 13 mesi.

Un esame dei risultati di tale politica ha evidenziato un iniziale calo dei prezzi, per poi registrare un rialzo di alcuni prodotti già nei due mesi successivi. Le vendite al dettaglio hanno comunque registrato un incremento, (+1%) ma solo l’arco d’intervento. Allo scadere del taglio c’è stata infatti un’inversione di rotta, segno che i consumatori hanno indirizzato gli acquisti nel periodo coperto dalla misura e non c’è stato un effetto traino. Nel caso francese è emerso invece come il taglio dell’imposta non si sia tradotto automaticamente in una riduzione dei prezzi, con il vantaggio fiscale – ad esempio nel caso dei ristoranti – accumulato più dalle imprese che dai clienti.

Un taglio dell’Iva temporaneo è una sorta di doping che aiuta il sistema in termini congiunturali, una misura che si addice dunque alle economie dinamiche e produttive. Nel caso dell’Italia, come indicato dallo stesso governatore Ignazio Visco, serve “una visione complessiva” e “non imposta per imposta”.

E di riforma fiscale ha parlato nei giorni scorsi anche il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri al festival dell’Economia di Trento, con un refrain che resta valido, anche di più nell’era post Covid: ‘abbassare le tasse a qualcuno e non alzarle a nessuno’.