Sempre connessi e no straordinari, ecco svantaggi smart working 

Sempre connessi e no straordinari, ecco svantaggi smart working

Foto Fotogramma

Pubblicato il: 24/06/2020 16:20

La difficoltà nel sentirsi sempre connesso e reperibile e l’aumento delle ore di lavoro senza il riconoscimento degli straordinari. Ma anche la difficoltà nel separare tempi di vita e tempi di lavoro. Sono solo alcuni dei potenziali svantaggi dello smart working riscontrati nel corso del periodo di lockdown secondo l’indagine nazionale sullo ‘Smart working 2020: capire il presente per progettare il futuro’, promossa dall’associazione datoriale Cifa, dal sindacato Confsal e dal fondo interprofessionale Fonarcom e realizzata dal Centro studi InContra, nell’ambito dell’iniziativa ‘#IlLavoroContinua’, e presentata oggi sulla piattaforma www.illavorocontinua.it.

L’indagine ha previsto diverse modalità di partecipazione: oltre ai lavoratori – che hanno potuto prendere parte direttamente in qualità di rispondenti – anche aziende, professionisti ed enti di formazione hanno aderito all’indagine in qualità di partner. E dalla ricerca sono emerse anche altre difficoltà legate allo smart working come il senso di isolamento, l’aumento dei costi delle bollette e una dotazione tecnologica non adeguata.

Ma dall’indagine emergono anche differenze di percezione del ‘lavoro da casa’ tra i diversi lavoratori. I collaboratori, ad esempio, si trovano “completamente d’accordo” in percentuale maggiore rispetto ai responsabili in riferimento allo svantaggio di lavorare più ore senza riconoscimento degli straordinari (27,32% dei collaboratori contro il 19,28% dei responsabili) e rispetto all’aumento del costo delle bollette (12,66% dei collaboratori contro il 6,62% dei responsabili). Si tratta, dunque, di disagi legati principalmente a spese e a un mancato riconoscimento del proprio lavoro in termini di tempo e retribuzione.

I responsabili, invece, manifestano maggiore difficoltà, secondo la ricerca, nel separare i tempi di vita e i tempi di lavoro, nella gestione delle urgenze e nella pianificazione delle attività. Si può ipotizzare che queste due ultime difficoltà vengano da loro percepite proprio in virtù del ruolo che occupano. Inoltre, in linea con il dato rilevato nella batteria di item sui vantaggi, i responsabili affermano in misura maggiore rispetto ai collaboratori, secondo l’indagine, che lo smart working rende meno produttivi.

In entrambe le categorie si rileva, invece, una certa omogeneità a livello percentuale tra il grado di accordo e di disaccordo rispetto al fatto che lo smart working porterebbe distrazioni esterne e difficoltà nel separare nel sentirsi sempre connesso e reperibile, fattore che introduce una riflessione sull’importanza del riconoscimento del diritto alla disconnessione.