Libri: Vespa torna sugli scaffali per raccontare le ‘Bellissime’ 

Libri: Vespa torna sugli scaffali per raccontare le 'Bellissime'

Foto Fotogramma

Pubblicato il: 27/06/2020 18:27

“Avevo tredici anni e il bikini di Marisa Allasio in Poveri ma belli è un ricordo incancellabile. Come Laura Antonelli sulla scala di Malizia. Come Sophia Loren davanti a un ruggente Marcello Mastroianni”. Inizia con le immagini intramontabili di tre icone del cinema italiano la premessa con Bruno Vespa introduce ai lettori ‘Bellissime – Le donne dei sogni italiani dagli anni ’50 a oggi’, il suo nuovo volume scritto per Rai Libri, che arriva nelle librerie il 2 luglio, destinato a diventare una delle letture ‘sotto l’ombrellone’ più gettonate di questa estate. “Il proposito di questo libro – afferma l’autore – è che ciascun lettore – uomo o donna che sia – ritrovi un momento del suo passato e del suo presente. Riassaporando piccoli scampoli di desiderio. In compagnia delle Bellissime di ieri, di oggi, di sempre”.

‘Le Bellissime’ del libro di Vespa

Nel nuovo libro, il giornalista passa in rassegna la bellezza, il carisma, il carattere di alcune meravigliose donne italiane hanno accompagnato il secondo Novecento e l’inizio del nuovo millennio del nostro Paese, nel suo mutare canoni, usi, mode e modi di pensare. Da Sophia Loren a Monica Bellucci, da Gina Lollobrigida a Ornella Muti e a tante altre icone di bellezza, Vespa racconta il fascino e la personalità delle dive che hanno incendiato i sogni degli italiani dal dopoguerra ai nostri giorni, in sintonia con gli importanti cambiamenti di costume, che si sono rivelati anche parte integrante del cambiamento socioculturale del Paese.

“Certo – sottolinea l’autore nella premessa – c’è Maria Schneider con Marlon Brando in Ultimo tango a Parigi. Certo, c’è Kim Basinger con le sue ginocchia scostate… Ma questo libro si limita ai sogni alimentati dalle bellezze italiane (o da una francese d’Italia come la Bardot) perché da Sophia alla Lollo fino a Belén e alla Leotta si snoda il rosario dell’intero costume italiano del dopoguerra”.

“Che cosa è cambiato – si chiede Vespa – nella Bellezza e nelle Bellissime che hanno dovuto gestirla? Non è impresa facile essere soggetto-oggetto di desiderio. Essere esposta al cinema e sui manifesti, nelle riviste familiari di gossip e su Instagram. Comunicare Eros e farsi rispettare in Amore. Pagare il successo con la rinuncia più totale a qualunque forma di intimità. Si dice che il film erotico si distingue dal porno perché include una storia d’amore. In realtà, le storie d’amore dei nostri film sono fragilissime e scivolano via con leggerezza come la schiuma dai seni di Edwige Fenech sotto le sue mille docce. Eppure – se talvolta ci si spinge oltre i sottili confini del buongusto – difficilmente si scade nella pura volgarità”, sottolinea Vespa.

“Fa una certa impressione – riflette il giornalista – notare, affiancati nelle classifiche specialistiche, Ultimo tango a Parigi e Quel gran pezzo dell’Ubalda, 9 settimane e ½ e Giovannona Coscialunga. Eppure il nome di Tinto Brass è scritto accanto a quello di Almodóvar… Nell’arco di settant’anni quasi tutti gli indumenti sono caduti. Il bikini della Allasio fu sconvolgente perché seguiva di poco i sorrisi ammiccanti (ma niente di più) della Lollo bersagliera al maresciallo De Sica. Era certo più difficile sedurre con uno sguardo che mostrando le tette. Eppure…”.