Sono un navigator, vi spiego com’è 

Sono un navigator, vi spiego com'è

Immagine di repertorio (Fotogramma)

Pubblicato il: 03/07/2020 06:52

“Il segreto per fare il navigator? Ci vuole tanto tatto, empatia e solidarietà, già quando svolgiamo il lavoro in presenza” e “nelle attività da remoto ne richiede davvero tanto di più”. E’ il racconto di Giulia, una giovane laureata molto combattiva, poco più che trentenne, che in questi mesi di lockdown non si è arresa ed ha continuato a lavorare con il Pc da casa. Anpal Servizi ha pubblicato la testimonianza della giovane che lavora in un centro per l’impiego di Roma, eccone un estratto.

La ragazza ha raccontato l’impegno con cui lei e i suoi colleghi stanno svolgendo il loro compito, ma non mancano le difficoltà. “Ogni giorno emergono nuovi problemi, dubbi, situazioni tanto rare da non avere una soluzione subito pronta”. “Circa un beneficiario su tre arriva alla firma del Patto per il Lavoro, poiché gli altri ricadono nelle casistiche di esonero ed esclusione dalla stipula del Patto stesso. Senza dimenticare, poi, che molti non hanno mai prodotto neppure un curriculum, oppure non hanno mai cercato impiego al di fuori del microcosmo del proprio quartiere”. “Nella maggioranza dei casi i beneficiari del reddito di cittadinanza che ho incontrato soffrivano di disagi di lunga e soprattutto varia natura”. È ancora presto per trarre bilanci, ma è bene specificare che l’attività dei navigator non prevede la “mera ricollocazione dell’utenza, e la stessa misura non si concretizza in un semplice sostegno economico nella fase di transizione da un’attività lavorativa all’altra”.

Tanti i colloqui fatti per trovare il motivo per cui finora non hanno trovato un’occupazione e far emergere le risorse del candidato. A rendere tutto più difficile, spesso, la mancanza di competenze specifiche e di titoli di studio. Prima di ricollocarli serve far emergere le problematiche per cui fino ad oggi non hanno trovato un lavoro: solo intervenendo su questi fattori si potrà fare in modo che la persona possa non solo rientrare nel mercato del lavoro, ma soprattutto, ed è la cosa più importante, restarci.