“Crisi devastante, non c’è tempo da perdere”  

Crisi devastante, non c'è tempo da perdere

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Pubblicato il: 05/07/2020 13:35

“L’epidemia causata dal nuovo Coronavirus (COVID-19) ha cambiato in modo repentino e drammatico la vita degli italiani e le prospettive economiche del Paese”. Lo scrive il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, nelle premessa della bozza del Piano nazionale di Riforma.

“È assolutamente necessario evitare che la crisi pandemica, inserendosi su un contesto di scarso dinamismo economico del Paese, nonché di complessi cambiamenti geopolitici a livello mondiale, sia seguita da una fase di depressione economica. Non vi è tempo da perdere, e le notevoli risorse che l’Unione Europea ha messo in campo devono essere utilizzate al meglio”, sottolinea il ministro dell’Economia.

“Nelle ultime settimane le misure di controllo dell’epidemia hanno prodotto una significativa riduzione del numero di nuovi contagi e di ricoveri in terapia intensiva. Sebbene il tributo pagato giornalmente in termini di vite umane resti rilevante e doloroso, dai primi di maggio è stato possibile dare il via ad una graduale riapertura delle attività produttive e in giugno anche la libertà di movimento dei cittadini fra Regioni è stata ripristinata”.

“Durante la fase più acuta della crisi, il Governo è intervenuto con misure di grande ampiezza e portata economico-finanziaria onde contrastare i devastanti effetti economici dell’epidemia COVID-19 e limitare al massimo i danni per il tessuto sociale ed economico. Di particolare rilevanza sono stati gli interventi a favore di lavoratori, famiglie, imprese e settori più impattati, nonché di rafforzamento del Sistema Sanitario nazionale e della protezione civile, attuati tramite i decreti Cura Italia, Liquidità e Rilancio”.

“È assolutamente necessario evitare che la crisi pandemica, inserendosi su un contesto di scarso dinamismo economico del Paese, nonché di complessi cambiamenti geopolitici a livello mondiale, sia seguita da una fase di depressione economica. Non vi è tempo da perdere, e le notevoli risorse che l’Unione Europea ha messo in campo devono essere utilizzate al meglio”.

RIFORME – “Bisogna fornire alle famiglie e alle imprese tutto il sostegno necessario per una ripartenza sostenibile nel tempo e da un punto di vista sociale e ambientale, sospingendo gli investimenti produttivi e attuando riforme da lungo tempo attese” scrive Gualtieri.

SALARIO MINIMO – Il governo ritenta la carta del salario minimo. E’ la bozza del Pnr, infatti, a prevedere, all’interno di un più ampio progetto di rafforzamento della contrattazione nazionale e di integrazione dei diversi ambiti e livelli di negoziazione per contrastare il dumping contrattuale, l’istituzione di un salario minimo “quale strumento di sostegno del potere d’acquisto dei salari e vettore di protezione e rafforzamento della contrattazione collettiva nazionale nei settori più deboli e a basso tasso di sindacalizzazione nei quali strutturalmente non opera la contrattazione di secondo livello”.

RIFORMA FISCO – “Il contrasto all’evasione fiscale, la revisione delle imposte ambientali e l’abolizione dei sussidi ambientalmente dannosi, unitamente ad una riforma del sistema fiscale improntata all’efficienza, all’equità e alla progressività, nonché ad una revisione e riqualificazione della spesa pubblica, saranno i pilastri della strategia di miglioramento dei saldi di bilancio e di riduzione del rapporto debito/pil nel prossimo decennio – scrive Gualtieri – Tanto maggiore sarà la credibilità della strategia di rilancio della crescita potenziale e di miglioramento strutturale del bilancio, tanto minore sarà il livello dei rendimenti sui titoli di Stato e lo sforzo complessivo che il Paese dovrà sostenere nel corso degli anni”.

SEMPLIFICAZIONI – Inoltre, “il Governo è al lavoro su un quarto provvedimento in materia economica, volto a semplificare le procedure amministrative e la pianificazione e autorizzazione dei lavori pubblici. La finalità principale sarà quella di rimuovere gli ostacoli che negli ultimi anni hanno rallentato non solo gli appalti e gli investimenti pubblici, ma anche, più in generale, la crescita dell’economia”.