“Schiavitù non fu genocidio”: lo storico Starkey licenziato da università 

Schiavitù non fu genocidio: lo storico Starkey licenziato da università

(Afp)

Pubblicato il: 06/07/2020 16:53

“Se la schiavitù fosse stata un genocidio, allora non ci sarebbero tanti dannati neri in giro”. A causa di questa frase shock lo storico britannico David Starkey, 75 anni, specialista della dinastia Tudor, ha perso i suoi incarichi accademici e gli editori hanno disdetto i contratti di pubblicazione.

In un forum online trasmesso il 30 giugno, poi condiviso sui social e ripreso dai media nazionali del Regno Unito, Starkey ha attaccato chi butta giù le statue dei personaggi storici perchè li ritiene razzisti e poi ha smentito che si possa paragonare lo schiavismo a un genocidio. Il commento giudicato “incredibilmente razzista” ha spinto l’editore HarperCollins a interrompere ogni rapporto con lo storico, definendolo le sue parole “disgustose, odiose e le condanniamo con forza”. “Il nostro ultimo libro con l’autore risale al 2010 e non pubblicheremo più con lui”, ha detto un portavoce di HarperCollins.

La casa editrice Hodder & Stoughton ha annunciato che non pubblicherà più le opere del professore Starkey: “Condanniamo inequivocabilmente il razzismo in qualsiasi forma. Abbiamo pubblicato un libro di David Starkey nel 2015 come progetto unico per celebrare gli 800 anni della Magna Carta. Non distribuiremo altri suoi libri”. Il Fitzwilliam College dell’Università di Cambridge e la Canterbury Christ Church University del Kent hanno reagito rapidamente ponendo fine rispettivamente alla borsa di studio onoraria e alla cattedra di visiting professor dello storico. Il professor Rama Thirunamachandran, vice cancelliere dell’Università di Canterbury, si è scusato direttamente con il personale e gli studenti che erano “presumibilmente offesi e sconvolti dalle osservazioni spaventose” di Starkey.