Autostrade, Lega: “Ipotesi Cdp rischia di essere boomerang” 

Autostrade, Lega: Ipotesi Cdp rischia di essere boomerang

Pubblicato il: 11/07/2020 16:12

L’ipotesi prevede che nella partecipazione in Aspi possa entrare Cdp, ma è solo un’ipotesi eventuale“. A dirlo all’AdnKronos è il deputato Giulio Centemero, capogruppo della Lega in Commissione Finanze della Camera, secondo cui “se questa operazione viene fatta con un fondo infrastrutturale efficiente come F2i, allora si può trattare di un’operazione positiva capace di rendere al meglio. Se invece l’operazione viene fatta senza essere accompagnata da F2i, quindi senza chi questo lo fa di mestiere, allora si potrebbe trattare di un boomerang”.

“Sono però convinto – spiega Centemero – che il management sappia quello che può fare in maniera efficiente e quello che invece deve essere fatto accompagnandosi con altri soggetti specializzati nel settore. L’investimento in infrastrutture è molto diverso da quello in partecipazioni di altro genere, quindi c’è la necessità di un team strutturato e preparato in maniera specifica sul tema. E ce lo dimostra in Italia F2i, ma si può citare anche il fondo australiano Macquarie che ha fatto qualche operazione in Italia. Non ci si inventa dall’oggi al domani”.

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Per Centemero, “Cdp sta facendo un ottimo lavoro con il Fondo nazionale d’innovazione o con altre operazioni, ma di sicuro non è un fondo infrastrutturale, ecco perché ha bisogno di un team forte nel settore”.

Più in generale, per il capogruppo della Lega in commissione Finanze, sulla vicenda “premier e governo hanno combinato un pasticcio, perché, a prescindere dal risultato finale, sui mercati conta soprattutto quello che circonda il risultato stesso, nel senso che il buon governo si fa magari tenendo la bocca chiusa per una settimana o un mese o anche un anno, ma non alimentando l’idea che qui in Italia la certezza del diritto non valga”.

In conclusione, Centemero afferma: “Continuare ad attaccare delle posizioni che comunque sono difendibili da un punto di vista legale, continuare ad alimentare questo clima di confusione rispetto a chi di fatto può investire o meno nelle infrastrutture o sul mercato italiano, è assolutamente negativo. Noi dobbiamo dare la giusta impressione che quello stabilito dalla norma viene rispettato, altrimenti chi riesce più a far investire un fondo tipo Macquarie o anche un gruppo italiano, se non c’è la certezza che il loro investimento possa durare quanto programmato? Il vero tema è questo, e tutta questa confusione fa male al Paese”.

“L’ipotesi Cdp in Autostrade per l’Italia mi sembra un compromesso per non decidere. Questo governo si deve prendere la responsabilità di decidere. Cdp è solo il compromesso che vogliono mettere in campo, ma c’è bisogno di un sì o di un no. Purtroppo tergiversano sempre e non decidono mai”. A dirlo all’AdnKronos è Claudio Durigon, deputato e responsabile del Dipartimento Lavoro della Lega. “Per capire se l’entrata di Cdp è un rischio – aggiunge – occorre valutare se ci sono davvero le condizioni, ma in un modo o nell’altro ci troviamo sempre di fronte ai soliti compromessi”, conclude.

“Da utente costante quale sono, potrei fare da consulente gratuito sulle responsabilità dei gestori delle autostrade italiane, avendole girate in lungo e in largo e quindi sperimentato inefficienze e ritardi che hanno prodotto. Ciò premesso, e al netto della diffidenza ispirata dalla famiglia Benetton che per anni ha affidato la propria immagine a Oliviero Toscani, penso che la revoca pura e semplice, di stampo essenzialmente politico-ideologico e targato M5S, della concessione ad Aspi innescherebbe una catena di fallimenti e danni colossali per il sistema produttivo e finanziario italiano”. Lo dice all’Adnkronos il senatore Maurizio Gasparri (Fi).

“In attesa di avere notizie più chiare dal versante giudiziario sul crollo del ponte di Genova, e magari meno interviste e meno multe ai balneari da parte dell’autorità giudiziaria, credo -prosegue il senatore- che si debba lavorare ad un’intesa che preveda: a) minor margine di guadagno per il concessionario (attualmente troppo alto rispetto a qualunque altro tipo di investimento); b) una struttura di controllo davvero efficace ed efficiente; c) una formula diversa di coinvolgimento azionario, che escluda un esproprio di tipo sovietico e che non contempli un ruolo per l’Anas che oggi mi pare più un problema che una soluzione”.

“Una cosa -sottolinea- dev’essere chiara ai fautori di una revoca pura e semplice: ci si avvierebbe verso un contenzioso della durata di anni, di proporzioni economiche colossali e che rimpinguerebbe essenzialmente gli avvocati con parcelle faraoniche, data la posta in gioco. Da ultimo -è la stoccata di Gasparri- un buon metodo potrebbe essere quello di vedere cosa suggeriscono Di Battista-Di Maio-Casaleggio per poi fare esattamente il contrario… Credo che anche il Manuale delle giovani marmotte lo consiglierebbe”.