Aspi, per commissario corsa a ostacoli e rischio ricorsi 

Aspi, per commissario corsa a ostacoli e rischio ricorsi

(Foto Afp)

Pubblicato il: 14/07/2020 19:41

Si prospetta tutto in salita l’eventuale commissariamento di Aspi, opzione che sarebbe spuntata tra le possibili soluzioni del complicato dossier. Una soluzione che presenterebbe aspetti controversi non solo già in partenza per le motivazioni alla base di questa scelta ma anche in prospettiva per le decisioni che il futuro commissario si troverebbe ad assumere. E’ questo lo scenario tratteggiato da fonti legali interpellate sull’ipotesi della nomina di un commissario per Autostrade per l’Italia. Considerazioni che si focalizzano, in primo luogo, sui presupposti di questa scelta che non sembrerebbe trovare reale motivazione, non essendoci le ragioni né tecniche né giuridiche.

In primis, infatti, viene argomentato, il Governo dovrebbe esplicitare quali sono le indifferibili motivazioni di urgenza che comportano la nomina di un Commissario tramite decreto. Questa scelta cadrebbe, infatti, a ormai due anni di distanza dal crollo del Ponte Morandi e con un management che, in Aspi è stato completamente rinnovato da circa un anno.

Il Gruppo Atlantia potrebbe poi essere favorita nel supportare i contenziosi nei confronti dello Stato. Si creerebbe tra l’altro un inevitabile conflitto di interessi, che diventerebbe ancora più palese nella rappresentanza della società davanti ai tribunali amministrativi, civili e penali. Sono numerosi infatti i procedimenti che, su partite specifiche, vedono Aspi e il Mit confrontarsi nelle aule dei Tribunali, a partire dalle ritardate approvazioni di progetti di sviluppo e manutenzione, come ad esempio quelle presenti sull’A14. In questi casi, è la domanda che si pone, come indirizzerebbe in questo caso il Commissario le scelte della società?

In ogni caso, il Commissario potrebbe diventare da subito oggetto di una serie di ricorsi e denunce da parte degli azionisti di maggioranza e minoranza di Aspi e di Atlantia, che hanno investito diverse centinaia di milioni di euro nella concessionaria e si sentirebbero usurpati e lesi nei loro diritti.

Paradossalmente, ogni atto del Commissario potrebbe essere costantemente impugnato, con conseguente richiesta di sospensiva, e questo comporterebbe il blocco totale dell’attività amministrativa della società, oltre che il fermo del piano di investimenti da 14,5 miliardi di euro. Il contrario insomma di ciò che il Governo vorrebbe invece ottenere.