“Federico bambino mio”, il ricordo di Aldrovandi per i suoi 33 anni 

Federico bambino mio, il ricordo di Aldrovandi per i suoi 33 anni

Pubblicato il: 17/07/2020 22:52

“Oggi ne avresti compiuti 33 Federico bambino mio”. Un breve tweet per accompagnare la foto di un compleanno di ormai tanti anni fa. A scriverlo è Patrizia Moretti, madre di Federico Aldrovandi, il diciottenne morto il 25 settembre del 2005 a Ferrara durante un controllo di polizia, che oggi – quindici anni dopo – avrebbe festeggiato il trentatreesimo compleanno.

A scrivere su Facebook una lunga lettera al ragazzo in occasione del suo compleanno, stamattina era stato invece il papà di ‘Aldro’, Lino. “Caro Federico dov’è il suono della domenica e della festa che ascoltavamo io, te, la mamma e Stefano. Oggi non posso che ricordare un giorno di tanti anni fa, di una mattina dolcissima, quando toccai il cielo con un dito nel vederti nascere. Era il 17 luglio 1987, di venerdì, di mattina, come oggi”, ricorda Aldrovandi.

“Nascesti piccolissimo. Il tuo peso non arrivava a mille grammi. I medici ci dissero che non ce l’avresti fatta. Io e tua madre Patrizia eravamo sicuri invece che saresti rimasto con noi. Ce la facesti e ci prendesti per mano entrambi”, scrive, per poi tornare al 2005: “Ti strapparono a noi senza una ragione con ingiustificata violenza persone in divisa, al tuo diciottesimo anno di età, l’età più bella della vita. Oggi sarebbero 33 anni per te, e davanti ad una torta, circondati da bimbi festanti, magari i tuoi bimbi, con noi un po’ più vecchi ne saremmo stati semplicemente felici. Ora non mi resta altro che guardare il cielo verso l’eternità. Qualcuno ha preso un’altra strada Federico, ma è lo stesso, anche se non avrei minimamente voluto”.

“Il tempo – continua Lino Aldrovandi – mi avvicina a te e prima o poi, so che ti porterò un sorriso mio piccolo per sempre, ed insieme dimenticheremo questo falso, ipocrita ed assurdo violento mondo, teso sempre a giustificare il male e i disonesti, con quel senso insopportabile di arrogante impunibilità e di ingiustizia, sempre aleggiante maledettamente per “tanti”. E chissà che dal cielo – si chiede -, il fiorire del grano e la vita che si rinnova, ci restituisca un giorno, quel suono di festa soffocato all’alba di una domenica maledettamente assassina, infame e bastarda”.

Buon compleanno Federico, ovunque tu sia“, scrive ancora Lino, aggiungendo “un’ultima piccola cosa: nell’ascoltare fino in fondo questa dolce e bellissima canzone – ‘Il suono della domenica’ di Zucchero, di cui allega il link -, una vera dolce poesia, magari estraniando ogni altro rumore esterno, provate a chiudere gli occhi, magari tenendo la mano vicino al vostro cuore per provare a guardare dentro alla vostra vita e coscienza. In quei pochi minuti, provate a pensare alle persone a cui non vorreste fosse mai fatto del male. Il risultato penso sarà forte e inebriante d’amore, misto ad una grande rabbia quasi incontrollabile. E’ inevitabile e umano. Ma senza scrivere altre parole inutili, questa ‘piccola cosa’, come le tante ‘altre piccole cose’ che ho raccontato di Federico in questi lunghi e difficili 15 anni, potrebbe contribuire, perché no, ad aiutare, facendo semplicemente vibrare il cuore, a crescere meglio accanto ai vostri, o meglio, nostri figli. Unici veri tesori su questa piccola nostra meravigliosa terra. Per non smettere mai di sperare di veder fiorire il buono. Io non so…, ma qualcosa di buono resterà. Ciao Federico. Ciao…”, il saluto di papà Lino.