Boccia: “70% positivi tra italiani, stato emergenza è scudo” 

Boccia: 70% positivi tra italiani, stato emergenza è scudo

Immagine di repertorio (Fotogramma)

Pubblicato il: 18/07/2020 08:20

Se noi, senza fare terrorismo, manteniamo alta la tensione, è perché il 70% dei positivi lo abbiamo ancora in casa. Quando ribadiamo che lo stato di emergenza è una sorta di scudo per tutti è perché consente alle Regioni di agire in emergenza e intervenire in sostegno di imprese, lavoratori e famiglie in deroga alle norme vigenti. Creando anche nuove zone rosse, un rischio che fa parte della vita accanto al Covid”. Lo sostiene in un’intervista al Corriere della Sera Francesco Boccia, precisando che “tutte le Regioni hanno gli strumenti per intervenire in tempo reale e dove serve interviene lo Stato. Anche se nessuno si avventura in previsioni, io penso che il lockdown totale sia stata la base su cui si è costruita una difesa che varrà anche per il futuro, sempre sperando che non ce ne sia bisogno”.

“Nonostante i tentativi di alcuni di fare gli ottimisti a prescindere – dice ancora Boccia – il dato oggettivo è che il mondo ha vissuto la peggiore settimana dall’esplosione del Covid. E questo deve dare valore ai sacrifici che abbiamo fatto fino a oggi e che non vanno sprecati. L’Italia in questo momento è uno dei Paesi più sicuri. L’obiettivo contagi zero “lo avremo solo quando ci sarà il vaccino. Quando abbiamo deciso di far ripartire le attività, pur con tutto il rigore e i controlli, sapevamo di doverci assumere un rischio”.

Secondo il ministro per gli Affari regionali, “non sarà necessario richiudere i confini del Paese perché oggi le nostre reti sanitarie sono assolutamente in grado di reggere. Come terapie intensive e sub intensive e come capacità degli ospedali di superare qualsiasi crisi siamo anche più forti del periodo pre-Covid, però se servirà il ministro Speranza proporrà il blocco anche per altri Paesi. Barcellona è costretta a introdurre nuove restrizioni, gli Stati Uniti sono in ginocchio, per non parlare di Brasile, Perù, Cile, Messico… Questo ci preoccupa sul piano sanitario, ma anche sul piano economico, perché vengono meno gli scambi commerciali e turistici”.

Quanto a una possibile seconda ondata in autunno, Boccia afferma che “il lavoro fatto ci ha resi molto più forti. Ovviamente bisogna continuare a rafforzare gli investimenti pubblici in prevenzione territoriale”. Anche con i soldi del Mes: “Sono sempre stato convinto di sì – dice -, ma siccome molte risposte verranno fuori dopo il negoziato in corso in queste ore in Europa, è più giusto aspettare di conoscere tutte le risorse disponibili per capire quanto va alla sanità. Dopodiché, tutte le forze politiche avranno il dovere di ascoltare il parere dei presidenti di Regione e degli stessi sindaci”.