Addio a Zavoli, “il principe del giornalismo televisivo” 

Addio a Zavoli, il principe del giornalismo televisivo

(Fotogramma)

Pubblicato il: 05/08/2020 11:57

Sergio Zavoli, che Indro Montanelli definì “il principe del giornalismo televisivo”, è stato una figura di primo piano dell’informazione d’autore, vissuta come una vocazione da “servizio pubblico”, rimanendo sempre fedele alla Rai, dove era entrato come cronista radiofonico nel 1947. E all’interno dell’azienda radiotelevisiva pubblica ha percorso tutta la sua prestigiosa carriera, arrivando alla condirezione del Telegiornale del Canale Nazionale, alla direzione del Gr1 e infine alla presidenza della Rai stessa (1980-86). “Ho avuto la fortuna di fare il cronista”, diceva di sé.

Con inchieste, saggi, libri e articoli Zavoli ha attraversato oltre mezzo secolo di storia, di costume, di cronaca, descrivendo personaggi e fatti con stile sobrio e argomentativo. Con i suoi programmi ha raccontato le antiche civiltà dell’Europa ma anche la nascita dell’Unione europea, così come l’avvento della dittatura fascista; con i suoi reportage ha immortalato le giornate più drammatiche dell’Europa dell’Est al tempo della Cortina di Ferro, con l’invasione sovietica dell’Ungheria e la repressione della ‘primavera di Praga’; è stato testimone della guerra del Vietnam e della guerra d’Algeria, della povertà e della fame in Somalia e della decolonizzazione in Congo.

Zavoli è colui che ha aperto nuove strade dell’informazione con i documentari in tv, da quello pionieristico sul mondo delle suore di clausura per poi dare voce a un lungo viaggio nella provincia italiana del boom economico. Altrettanto memorabili sono gli “Incontri” di Zavoli con i grandi protagonisti della Storia (Schweitzer, Von Braun, Steinberg, ecc.) e i suoi cicli di programmi dedicati alla giustizia, alla scuola, al Sud, alla scienza, all’etica, ala religione, allo sport. Al culmine della sua carriera di giornalista svetta la grande inchiesta sul terrorismo italiano degli anni ’70 e ’80, “La Notte della Repubblica”, quasi cinquanta ore di televisione citate in vari Paesi del mondo come un esempio magistrale: la prima puntata venne trasmessa il 12 dicembre 1989, ventesimo anniversario della strage di piazza Fontana a Milano, mentre la diciottesima e ultima andò in onda l’11 aprile 1990.

Nato a Ravenna il 21 settembre 1923, Sergio Zavoli trascorse infanzia e adolescenza a Rimini, di cui era cittadino onorario, e dove divenne amico di un grande riminese, il regista Federico Fellini, a cui più tardi concesse importanti interviste televisive.

Nel 1947 Zavoli iniziò l’attività di giornalista radiofonico presso la Rai. Frequentò Cesare Zavattini e sotto l’influenza del clima e del linguaggio del neorealismo realizzò documentari basati su storie costruite nel loro stesso ambiente sonoro (e non più ricostruite in studio): ebbe così origine il cosiddetto ”documentario all’italiana”, di cui Zavoli fu il pioniere riconosciuto e ammirato. Un genere che coltivò prima alla radio e che poi portò sul Canale Nazionale della Rai con straordinario successo nei primi anni ’60.

Nel 1962 Zavoli creò la trasmissione televisiva “Processo alla tappa”, un programma sportivo incentrato sul Giro d’Italia. Già nella sua prima edizione, rivoluzionò il modo di trattare lo sport in tv: andava in onda dopo la conclusione di ogni tappa e da un palco improvvisato nei pressi della linea del traguardo si alternavano corridori, direttori sportivi, giornalisti.

Per la televisione in bianco e nero ideò i primi ‘contenitori’ di informazione basati su servizi speciali: nacquero così programmi di approfondimento come “Tv7”, “Az”, “Controcampo”. Nel 1972 firmò “Nascita di una dittatura”, una trasmissione televisiva in sei puntate sugli anni che precedettero l’ascesa del fascismo, preceduta da quattro anni di ricerche storiche.

Condirettore del Telegiornale del Canale Nazionale dal 1969, Zavoli divenne direttore del Gr1 nel 1976; fu quindi presidente della Rai dal 1980 al 1986. Successivamente ha ricoperto vari altri incarichi, tra cui quello di presidente della Radiotelevisione di San Marino (1992-95) e, dall’agosto 1993 al settembre 1994, di direttore del quotidiano “Il Mattino di Napoli”. Ha ricevuto la laurea honoris causa in lettere dall’Università di Urbino, che vantava il primo corso di laurea in giornalismo, e dall’Ateneo romano di Tor Vergata la laurea honoris causa in giornalismo. Senatore della Repubblica dal 2001 al 2018 (prima dei Ds e poi del Pd), nel 2009 è stato eletto presidente della commissione parlamentare per la vigilanza sulla Rai.

Gli esordi di Zavoli come scrittore risalgono al 1957 con un libro di ricordi letterari della sua terra romagnola: “Campana, Oriani, Panzini, Serra”. Con Enzo Biagi pubblicò quindi (1960) “Dieci anni della nostra vita: 1935-1945”, cui fece seguito (1965) “Altri vent’anni della nostra vita: 1945-1965”; questi volumi sono frutto di un giornalismo di tipo saggistico attento alle complesse problematiche morali, civili e sociali dell’epoca contemporanea.

Del 1973 è “Nascita di una dittatura”, originale ricostruzione del fenomeno storico fascista tratta dalla sua omonima trasmissione televisiva di grande successo nella quale veniva data la parola, in un confronto polemico ma ragionato, ai protagonisti dell’epoca, antifascisti e fascisti.

In seguito, dal volume “Viaggio intorno all’uomo” (1969) derivò un’altra trasmissione televisiva di successo, mentre dal programma “La notte della Repubblica” Zavoli ha tratto un libro pubblicato nel 1992. Altre trasmissioni che hanno avuto un ampio riscontro di critica e di pubblico sono “Viaggio nel Sud” (1992); “Nostra padrona televisione” (1994); “Credere, non credere” (1995).

Per la radio Zavoli ha vinto due Prix Italia, e molti altri riconoscimenti ha ottenuto per la sua attività televisiva e di scrittore: “Nascita di una dittatura” ha ottenuto il Premio Saint-Vincent; “La notte della Repubblica” il Premio Giornalista dell’anno; i tre cicli di “Viaggio intorno all’uomo” il Premio Regia televisiva e il Premio Critici cinematografici e televisivi; “Viaggio nel Sud” il Premio Regia televisiva; “Nostra padrona televisione” il Premio speciale della critica televisiva.

Per la sua qualità divulgativa Zavoli ha ottenuto, tra gli altri, il Premio Alfio Russo, Il Premio Guido Dorso, il Premio Ernest Hemingway, il Premio Giovanni Spadolini e il Premio Grazia Deledda. Il Premio speciale della critica al Festival televisivo di Cannes gli fu attribuito per “Processo alla tappa”, la rubrica che innovò la rappresentazione del ciclismo non solo in Italia.

Tra i suoi tanti libri figurano “Viaggio intorno all’uomo” (Sei, 1970 – Premio Campione), “In nome del figlio” (Sei, 1972 – Premio Selezione Estense), “Nascita di una dittatura” (Sei, 1973 – Premio Campione), “Una favola per Valentina” (Giunti, 1973 – Premio Andersen), “I figli del labirinto” (Sei 1974 – Premio Selezione Estense), “A passo d’uomo” (De Agostini, 1978), “Tre volte vent’anni” (SugarCo, 1978 – Premio Selezione Bancarella), “Socialista di Dio” (Mondadori 1981 – Premio Bancarella), “Romanza” (Mondadori, 1987 – Premio Basilicata e Premio dei Premi), “Z come Zavoli” (Mondadori, 1990), “La notte della Repubblica” (Nuova-Eri Mondadori, 1992), “Di questo passo” (Nuova Eri, 1993), “I giorni della meraviglia” (Marsilio, 1994), “Viva l’Itaglia” (Nuova Eri-Mondadori, 1995), “Credere non credere” (Rai-Eri Piemme, 1996), “La trasparenza del mattino” (Pironti, 1996), “I volti della mente” (Marsilio, 1997), “Rimetti a noi i nostri dubbi” (Sei, 1997), “Ma quale giustizia” (Rai-Eri Piemme, 1997 – Premio Boccaccio e Premio Selezione Bancarella), “La lunga vita” (Mondadori, 1998), “C’era una volta la Prima Repubblica” (Rai-Eri Mondadori, 1999), “Dossier Cancro” (Garzanti, 1999), “Se Dio c’è. Dialogo col teologo Piero Coda” (Rai-Eri Mondadori, 2000), “Diario di un cronista” (Rai- Eri Mondadori, 2002), “Il dolore inutile” (Garzanti, 2000 e 2002), “La Questione” (Mondadori 2007), “Il ragazzo che io fui” (Mondadori 2011).

E’ autore anche di raccolte poetiche: “Un cauto guardare” (Mondadori, 1995 – Premio Alfonso Gatto), “In parole strette” (Mondadori, 2000), “L’orlo delle cose” (Mondadori, 2004), “La parte in ombra” (Mondadori 2009 – Premio Viareggio-Tobino e Premio Lerici-Pea), “L’infinito istante” (Mondadori 2013). Zavoli infine ha scritto anche libri e antologie per la scuola media editi da De Agostini e Bompiani. Ha presieduto varie manifestazioni culturali tra cui le giurie del Premio Giovanni Boccaccio e del Premio Enzo Biagi.