Beirut, come nave abbandonata è diventata bomba a orologeria 

Beirut, come nave abbandonata è diventata bomba a orologeria

Foto Fotogramma

Pubblicato il: 06/08/2020 06:57

La catena di eventi che ha provocato le devastanti esplosioni a Beirut ha inizio il 23 settembre del 2013. Quel giorno salpa da porto di Batumi, sul Mar Nero, in Georgia, la nave Rhosus, battente bandiera della Moldavia. A causa di un problema tecnico, il cargo – diretto in Mozambico – è costretto a fare una sosta non prevista a Beirut due mesi dopo, il 21 novembre. Qui le autorità portuali libanesi conducono un’ispezione, rendendosi conto che la nave non può proseguire il suo viaggio non solo a causa dell’avaria, ma anche per il carico che trasporta: 2.750 tonnellate di nitrato d’ammonio.

“In seguito all’ispezione della nave da parte del Port State Control – si legge in una nota postata online da Baroudi & Associates, uno studio legale libanese che, per conto di “diversi” creditori non meglio identificati, aveva ottenuto un ordine per far fermare il cargo – al mezzo era stato vietato di proseguire la navigazione. La maggior parte dell’equipaggio, a parte il capitano e quattro marinai, era stata rimpatriata e subito dopo la nave era stata abbandonata dai suoi armatori”.

Il capitano e gli altri quattro membri dell’equipaggio, tutti ucraini, erano stati costretti a restare bordo della nave con il suo carico pericoloso ed in patria erano anche diventati famosi in quanto ‘ostaggi’ a bordo di un cargo bloccato a Beirut.

In una dichiarazione resa nel giugno del 2014, il capitano Boris Prokoshev aveva denunciato che il proprietario della Rhosus, Igor Grechushkin, un russo il cui ultimo indirizzo note è Cipro, “ha abbandonato la nave ed il suo equipaggio, come ha abbandonato il suo carico di nitrato d’ammonio”. Poi, quasi un anno dopo l’arrivo della nave un giudice libanese aveva permesso al capitano ed ai quattro marinai di tornare a casa.

Secondo Baroudi & Associates, era stata accolta la tesi dell”imminente pericolo che l’equipaggio correva a causa della natura pericolosa del carico” e, tenendo conto dei rischi ad esso correlati, “le autorità portuali avevano scaricato” il nitrato “in un deposito del porto”, mentre la nave si trova ancora all’Hangar 12, lo stesso dove ieri è avvenuta l’esplosione, ricostruisce il giornale canadese Globe and mail.