Mafia: sindaco Cinisi, ‘Badalamenti jr dal casolare forse voleva mandare messaggi’ 

Sindaco Cinisi: Dal casolare Badalamenti jr voleva mandare messaggi alla comunità

Il sindaco di Cinisi Palazzolo

Pubblicato il: 06/08/2020 13:06

“Quando ho chiesto ai Carabinieri di identificare Leonardo Badalamenti, lui si è inalberato e mi ha gridato ‘Non finisce qui, poi ce la discutiamo’ e che mi avrebbe mandato in carcere. Sono convinto che con la sua presenza nel casolare volesse lanciare dei messaggi. Non so proprio a chi. Forse alla comunità. Per dimostrare la sua presenza sul territorio”. Giangiacomo Palazzolo, giovane sindaco di Cinisi, piccolo centro a due passi da Palermo, è ancora scosso quando racconta il suo incontro con Leonardo Badalamenti, il figlio dello storico boss di Cinisi Gaetano ‘Tano’ Badalamenti, condannato per l’omicidio di Peppino Impastato e morto nel 2004. “Ma non arretro di un millimetro”, dice. Ieri Leonardo Badalamenti è stato arrestato nella casa della madre a Castellammare del Golfo, nel trapanese, per un mandato di arresto internazionale del Brasile, dove era ricercato da tre anni. Mentre girava da uomo libero in Sicilia.

Pochi giorni prima del suo arresto, venerdì scorso, Leonardo Badalamenti ha avuto un alterco con il sindaco di Cinisi Giangiacomo Palazzolo. Da giorni il figlio del boss cercava il primo cittadino ed era anche venuto a cercarlo al Comune “chiedendo di essere richiamato”, racconta oggi Palazzolo in una intervista all’Adnkronos. “Ma io non l’ho mai fatto”, spiega. Poi venerdì lo scontro verbale.

Palazzolo scopre che Leonardo Badalamenti si trova nel casolare che gli era stato confiscato anni prima tra Cinisi e Terrasini per rivendicarne la proprietà, perché aveva ottenuto dai giudici della Corte di assise di Palermo la restituzione del bene, finito per errore nel decreto di confisca. Ma senza neanche attendere la notifica del provvedimento il figlio di Tano Badalamenti è tornato in possesso dell’immobile “cambiando persino le serrature”, racconta oggi Palazzolo. Così è nato uno scontro verbale tra i due.

Presenti altri due uomini “tra cui Gaetano Badalamenti, figlio di Leonardo, e un fabbro amico loro”, dice ancora il sindaco Giangiacomo Palazzolo. E sono anche intervenuti i carabinieri. “Quell’immobile è del Comune – dice oggi Palazzolo – e abbiamo persino sistemato i computer all’interno per ospitare un consorzio. Ma continuo a non comprendere cosa Badalamenti junior fosse venuto a fare al casolare che lo Stato gli ha confiscato”. Anche se il provvedimento di revoca della confisca è stato notificato a Badalamenti dai carabinieri di Castellammare del Golfo, dove viveva con la madre, ma non al sindaco di Cinisi. Da qui lo scontro tra i due e la denuncia. E anche la denuncia che i carabinieri hanno presentato contro Badalamenti.

“Non comprendo proprio cosa ci facesse lì – dice oggi Palazzolo – non è possibile che lui pensasse di prendere possesso di un casolare confiscato. Forse voleva lanciare un segnale. Anche il fatto di venire al Comune, più volte. Io non credo che fosse legato al desiderio di incontrare me, ma un segnale generico dovevo dare un segnale anche io alla comunità”.

Dopo l’alterco tra i due, Badalamenti si sarebbe rivolto a Palazzolo dicendogli a gran voce: “Non finisce qua, sindaco. Ce la discutiamo”. Non solo. Ieri mattina, prima della notizia dell’arresto di Badalamenti, il sindaco, come rivela all’Adnkronos, ha trovato sulla sua posta una nota nella quale il figlio del boss mafioso intimava al Comune di lasciare il casolare “entro 24 ore”.

Leonardo Badalamenti è stato arrestato dalla Dia su ordine dell’autorità giudiziaria brasiliana. “Quello che continuo a chiedermi – dice ancora Badalamenti – è come sia possibile che Badalamenti girasse libero nonostante la richiesta di arresto in Brasile?”. (di Elvira Terranova)