Coronavirus, l’Università ‘Federico II’ alza a 24mila euro ‘No Tax Area’ 

Coronavirus, l'Università 'Federico II' alza a 24mila euro 'No Tax Area'

Il Rettore dell’Università ‘Federico II’, Arturo De Vivo) (Foto Unina)

Pubblicato il: 10/08/2020 16:32

(di Andreana d’Aquino)-

L’Università di Napoli ‘Federico II’ rilancia e alza a 24mila euro la No Tax Are prevista dal Decreto del ministero dell’Università e Ricerca e superando così il minimo dei 20mila euro stabiliti dal Governo sul piano nazionale. Non solo. La storico ateneo napoletano ha deciso anche di utilizzare come parametro fiscale “l’Isee dell’anno in corso”, e non quello dell’anno 2019, per dare margini più ampi di iscrizione all’Università anche a chi “ha subito danni economici” a causa dell’emergenza dettata dal nuovo Coronavirus. Ad annunciarlo è il Rettore di Unina, Arturo De Vivo, che si è affidato ai social per parlare alla platea degli studenti e per evidenziare che “solo investendo sul Capitale umano l’Italia potrà uscire dalla crisi economica“. In un video postato su YouTube e sul sito dell’Unina, il Rettore della Federico II annuncia anche che, se “il Covid ha costretto” l’Ateneo ad una riduzione “del 50% della capienza delle aule”, l’Ateneo partenopeo riprenderà a settembre dando la precedenza a tutte le matricole per i corsi “in presenza”. La Federico II conta circa 22 mila posti a sedere quotidianamente dal lunedì al sabato, ma l’emergenza sanitaria, costringe anche l’Università Federico II a fare i conti con le doverose regole del distanziamento di sicurezza, quindi riaprirà a settembre “in presenza a cominciare dalle matricole”.

“L’Università nel mese di agosto normalmente va in pausa, ma quest’anno le pause hanno avuto un carattere diverso” perché con il lockdown “l’Università è stata costretta a rinunciare ai suoi studenti” argomenta De Vivo. “Il Covid -sottolinea il Rettore – ci costringe a ridurre del 50% la capienza delle nostre aule, ciò fa in modo che sarà privilegiata la didattica delle matricole, reduci da un pezzo consistente di formazione superiore a distanza” per via della chiusura delle scuole, “e che invece potranno avere la possibilità di frequentare in presenza” il loro primo anno accademico.

E così, alla Federico II si riprende dall’1 settembre, ripartono gli esami “principalmente in presenza” anche se, anticipano dall’Ateneo all’Adnkronos, si tenderà a dare una organizzazione di ‘frequenza mista’, ovvero in presenza e online “ma non per tutti”. “Dipenderà -spiegano le fonti- dalle scelte dei professori e anche tenendo conto di possibili problemi dei fuorisede”. Insomma “è garantita una certa flessibilità” prevista fin da adesso, salvo “ovviamente variabili sulla scena dell’emergenza sanitaria”.

Inoltre è lo stesso Rettore Arturo De Vivo a sottolineare che “l’Ateneo Federico II ha scelto di creare e allargare le condizioni che possano favorire la scelta dell’Ateneo anche a coloro che hanno subito svantaggio dalla crisi economica determinata dal Covid-19″. Il sistema della tassazione, argomenta il Rettore, prevede per questo di produrre “il cosiddetto Isee corrente, cioè quello di quest’anno piuttosto che quello dello scorso anno” così da “non essere penalizzati” se si sono subiti danni economici dalla pandemia scoppiata nel 2020. Non solo. Se “il decreto del Governo, in particolare del Mur, ha stabilito risorse per alzare No Tax Area da 13mila a 20mila, in passato già -ricorda De Vico- la Federico” aveva alzato la No Tax Area “da 13mila a 15 mila euro di reddito, analogamente anche questa volta rispetto al limite 20mila abbiamo esteso la NoTax Area a 24mila”.

Ma il Rettore della Federico II segnala anche “ulteriori interventi da 24mila a 30mila euro”. “Già il nostro Ateneo aveva fasce di riduzione di tasse tra 24-26 mila euro; 26-28mila euro; 28-30mila euro. Questa scontistica è incrementata” tanto che per chi frequenterà l’Ateneo napoletano si potrà contare su “sconti progressivi del 40%, 30% e 20%” spiega Arturo De Vivo. “Abbiamo anche altri meccanismi che cercano di alleggerire il sistema di tassazione: i Cfu, e tagli di spesa legati al merito per un 50% per coloro che si siano maturati con 100 e Lode o coloro che si iscrivono alla magistrale con una laurea triennale con 110 e Lode” evidenzia il Rettore. “Abbiamo investito risorse per creare le migliori condizioni per iscriversi all’Università, alla Federico II perché siamo convinti -osserva infine De Vivo- che solo investendo sul capitale Umano il nostro Paese potrà uscire dalla crisi acuita dal Covid e allinearsi sugli standard migliori del sistema europeo”.