Cossiga, Guzzanti: “Quando si dimise mi chiamò al Quirinale” 

Cossiga, Guzzanti: Quando si dimise mi chiamò al Quirinale

(Fotogramma)

Pubblicato il: 16/08/2020 16:43

“Quando decise di dimettersi con qualche giorno di anticipo per sottrarsi ai pesantissimi giochi politici che ruotavano sul nome del suo possibile successore, che sarebbe stato Oscar Luigi Scalfaro, Cossiga mi chiamò al Quirinale per mostrarmi i suoi scarsi bagagli. Fu una cerimonia amicale, personale e mesta”. Così Paolo Guzzanti ricorda con l’Adnkronos Francesco Cossiga a dieci anni dalla scomparsa.

“Impacchettò tutte le sue bandiere, i suoi soldati storici dell’esercito Sardo, i libri di Newman suo filosofo e teologo preferito e consegnò al bambino della mia compagna, Andrea, la bandiera di combattimento: ‘La affido a te che sei piccolo, così potrai custodirla per le prossime generazioni’. Poi mi disse: ‘Che fai? Mi accompagni?’ Ci ritrovammo a Ciampino da dove partono gli aerei presidenziali e volammo verso Dublino”, prosegue.

Ero stato il suo amico fra i più stretti e, nei miei limiti, il suo interprete. Parlammo poco durante il viaggio e aveva un’espressione tesa. All’aeroporto, qualcuno lo mandò a prendere con un’auto vecchiotta che ci portò fino al convento in cui andava a ritirarsi per qualche tempo a riflettere e a riprendersi dopo il settennato di fuoco. Io presi un taxi e tornai indietro con il primo volo per Roma”, conclude Guzzanti.