Chi può essere licenziato e chi no 

Chi può essere licenziato e chi no

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Pubblicato il: 19/08/2020 07:05

“Finito il divieto imposto dal 17 marzo per l’emergenza coronavirus, torna la minaccia del recesso per alcune realtà non interessate dalla proroga”. E’ quanto scrive laleggepertutti.it parlando anche della “proroga che vieta l’interruzione forzata del rapporto di lavoro per chi utilizza le 18 settimane di cassa integrazione di emergenza oppure i 4 mesi di esonero contributivo”. Significa, aggiungono, “che in altre realtà un lavoratore può essere licenziato, in virtù di quanto previsto dal decreto Agosto. Sono esclusi dal divieto: i recessi motivati dalla cessazione definitiva dell’attività d’impresa per la messa in liquidazione della società, senza il proseguo dell’attività; i licenziamenti frutto di un accordo collettivo aziendale di incentivo all’esodo che permette di raggiungere un’intesa con il singolo dipendente per arrivare alla risoluzione consensuale del rapporto” si legge sulla laleggepertutti.it. “In questo caso, il lavoratore ha comunque diritto alla Naspi; i licenziamenti in caso di fallimento, se non è previsto l’esercizio provvisorio d’impresa o ne sia stata disposta la cessazione. Se l’esercizio provvisorio riguarda un solo ramo d’azienda, i licenziamenti sono ammessi in tutti gli altri settori. Ma, in teoria, e secondo alcuni esperti il cui parere si basa sulla normativa approvata durante l’emergenza Covid, ci sono altri casi in cui da oggi un lavoratore può essere lasciato a casa. Questo può succedere quando: l’azienda ha esaurito le 18 settimane di cassa integrazione, a meno che il datore non abbia chiesto ed ottenuto i 4 mesi di esonero contributivo; l’azienda non può ricorrere alla sospensione dei lavoratori o alla riduzione del loro orario in seguito ad una modifica dell’organizzazione strutturale dell’impresa chiudendo, ad esempio, un ufficio o un reparto; in caso di licenziamento collettivo non riconducibile all’emergenza coronavirus”.