Fase 3, Panella (Umberto I): “Oncologia pediatrica non chiude ma va rilanciata” 

Fase 3, Panella (Umberto I): Oncologia pediatrica non chiude ma va rilanciata

Vincenzo Panella

Pubblicato il: 20/08/2020 18:14

”Negli ultimi 5 anni c’è stato un calo progressivo dei pazienti oncologici. Siamo passati dai 64 del 2016 agli appena 23 del 2019. Non voglio chiudere il reparto, ma neanche voglio tenerlo aperto in questo modo, perché con gli attuali ‘numeri’ è in palese difficoltà”. Il direttore generale dell’Umberto I di Roma, Vincenzo Panella, parla per la prima volta della chiusura del reparto di pediatria oncologica dell’ospedale, decisa a marzo per un sospetto caso Covid con il conseguente trasferimento dei dieci piccoli degenti del Policllinico al Bambino Gesù. Un ‘trasloco’ molto contestato dai genitori e dalle associazioni di volontari, preoccupati dalle condizioni di precarietà in cui si sono trovati i bambini, privati di quei medici e infermieri che in questi anni di assistenza sono diventati il loro punto di riferimento.

Il manager del primo ospedale universitario capitolino prova a spegnere le polemiche, divampate nelle ultime settimane con il lockdown ormai alle spalle: assicura all’Adnkronos che ”non c’è nessuna intenzione di chiudere, perché il reparto (il primo del genere nel Lazio, un’eccellenza del settore creata nel 1968 dal prof Manuel Castello n.d.r.) resta nei programmi organizzativi della direzione generale”, ma avverte: l’attuale struttura, “così com’è, non può reggere, va rinnovata e rilanciata. Non è più un reparto di oncologia pediatrica, ma un reparto di pediatria generale con qualche caso oncologico…”. Da qui l’appello di Panella rivolto ai “familiari dei bimbi ora curati al Bambino Gesù” di sedersi attorno a uno stesso tavolo ”a settembre” per “costruire insieme il futuro del reparto su nuove basi e con le premesse per tornare all’eccellenza che è stata”.

Panella è convinto che serva un cambio di rotta e fino a quando non ci sarà un’inversione di tendenza, i piccoli resteranno provvisoriamente ricoverati all’ospedale del Gianicolo dove, garantisce, “non saranno abbandonati a se stessi e non vivranno una situazione di sovraffollamento”: ”i piccoli sono stati presi in carico uno ad uno. Il Bambino Gesù, come mi ha confermato il suo direttore sanitario, Massimiliano Raponi, si è premurato di fare un colloquio con ciascuna famiglia per inserirla nel loro percorso assistenziale senza traumi. Parliamo di un percorso assistenziale individualizzato, ancor più che personalizzato”.

Il direttore generale dell’azienda ospedaliera universitaria del Policlinico di Roma rassicura anche tutti quei genitori che oggi non sanno chi chiamare per i figli seguiti all’Umberto I in regime di day hospital e follow up: “L’incontro che voglio organizzare subito dopo l’estate sarà anche l’occasione per discutere insieme la ripresa delle attività anche ambulatoriali, di day hospital e di prima diagnosi”. Nessun problema, insomma, per la continuità assistenziale, perchè, tornerà a funzionare pure il day hospital. ”Nel frattempo -promette Panella- miglioreremo il rapporto con il Bambino Gesù per far sì che le piccole difficoltà che ci sono state in questi mesi siano superate rapidamente”.

L’oncologico pediatico dell’Umberto I è diventato un caso politico. I consiglieri regionali del Pd Emiliano Minnucci e di Fdi Chiara Colosimo hanno presentato nei mesi scorsi un’interrogazione scritta per avere chiarimenti su quanto accaduto, sollecitando un intervento anche del governatore del Lazio, Nicola Zingaretti. I genitori, invece, hanno scritto una lettera al presidente della Regione e alla direzione generale dell’ospedale per vederci chiaro.

Panella tira dritto per la sua strada e sostiene che, ”dati alla mano, il reparto non può più andare avanti”: ”Nel 2016 c’erano 64 casi oncologici; nel 2017 42, nel 2018 28; nel 2019 appena 23. Non voglio calcolare il 2020 e la pandemia che ci ha colpito tutti, ma mi devono dire come mai ci siamo ridotti così. Negli ultimi 5 anni -insiste- abbiamo assistito a un calo progressivo dei bambini ricoverati per tumori maligni. Che cosa è successo? Chi ha guidato la struttura ha il dovere di dare delle spiegazioni. Ed e’ chiaro che se continua ad essere gestita in questa maniera, non ha più senso, si spegnerà da sola…’”.

“Noi -ribadisce- non chiudiamo. Anche nell’ultimo atto aziendale, quello del 2019, confermiamo l’esistenza della Uoc di oncologia pediatrica. Nel nostro programma di azione e in prospettiva continua ad esserci questo reparto di alta specializzazione, ma per essere un’eccellenza, deve avere altri numeri. Per questo motivo abbiamo iniziato un colloquio con ‘La Sapienza’, proprio per capire che cosa ha in mente anche l’Università per potenziare questa attività. Ho sentito i presidi e il rettore in proposito. Ci hanno confermato che resta nei loro piani mantenere in vita un’alta specializzazione” come quella della pediatria oncologica”.

Panella rivela che si sta pensando a un cambio dei vertici dell’attuale reparto, ma resta l’incognita dei tempi: ”La Sapienza ha in corso una procedura per individuare un professore associato di oncologia pediatrica da dedicare alla direzione dell’Uoc. Naturalmente questo concorso ha i suoi tempi”. Il direttore generale del Policlinico non ha dubbi: “23 pazienti nel 2019 sono davvero pochi. Come mai un reparto che aveva una sua dignità ora si è ridotto così. Mi dispiace, ma la gestione di questi anni ha portato a una drastica diminuzione dei ricoverati per tumori maligni: questo è un dato incontrovertibile, che chiunque può trovare scritto nelle statistiche dell’ospedale. Non si tratta solo di un anno che è andato male, ma di una tendenza che dura da vari anni”.

Pertanto, insiste, non c’è altra soluzione: “Bisogna riaprire ma con un’altra impostazione, un’altra verve”. E per questo ”ai genitori e alle associazioni di volontari dico che a settembre ci incontreremo per confrontarci sul futuro”.

Altro nodo da sciogliere al più presto è quello del personale sanitario: in attesa del rilancio, che fine faranno i medici e gli infermieri attualmente dedicati all’oncologico pediatrico e distribuiti in altri reparti dopo la chiusura? Panella assicura che non verrà disperso il capitale umano: ”Quando l’attività potrà riprendere, saranno assicurate le risorse umane nella misura adeguata alle esigenze organizzative del reparto”.

In particolare il direttore generale dell’Umberto si sofferma sulle ragioni che hanno portato a chiudere provvisoriamente la struttura durante l’emergenza Covid e precisa che il sospetto caso di Coronavirus non c’è stato nel reparto ma nel palazzo.

”Nel reparto -spiega- non c’è stato un caso relativo a un ricoverato per sospetto Covid. Ma nel palazzo che ospita anche la pediatria d’urgenza e il pronto soccorso pediatrico ci sono stati più casi sospetti di Coronavirus. Per disposizioni ministeriali, quindi, è stato necessario assicurare percorsi distinti per i sospetti Covid rispetto a tutti gli altri, cosa che ha implicato l’utilizzazione di spazi ulteriori. Sempre per disposizioni ministeriali -sottolinea- c’è stata la necessità, di introdurre maggiori tutele per non esporre al rischio di contagio pazienti fragili come quelli oncologici. Da qui -conclude- la decisione di trasferire i piccoli del Policlinico al Bambino Gesù”.