Terremoto, Pirozzi: “Chi verrà ad Amatrice il 24 chieda scusa” 

Terremoto, Pirozzi: Chi verrà ad Amatrice il 24 chieda scusa

Foto Fotogramma

Pubblicato il: 22/08/2020 15:27

Di Silvia Mancinelli

“Mi aspetto che il 24 venga qualcuno di quelli che stanno al Governo e chieda scusa. Scusa alle comunità del Centro Italia che hanno subìto la distruzione, sarebbe un atto di grande umiltà. Una cosa del tipo ‘Abbiamo sbagliato, ci vogliamo rimettere in pista con le migliori forze, menti e conoscenze di tutti i partiti per risolvere il problema’. Invece corriamo il rischio che si venga su a dire che sono partiti 100 appartamenti, dimenticandosi che ne mancano 3.862. Al di là delle parole il fallimento si giudica sui fatti”. Così Sergio Pirozzi, ex sindaco di Amatrice e oggi consigliere regionale, all’Adnkronos in occasione del quarto anniversario del sisma.

Il riferimento è alla recente visita del presidente della Regione Lazio Zingaretti ad Amatrice per inaugurare 5 appartamenti. “Che tra l’altro nemmeno hanno gli allacci fognari e infatti nemmeno ci vivono ancora – dice – Bisognerebbe ammettere di aver sbagliato, di aver cambiato più commissari che allenatori di calcio: oggi dobbiamo iniziare una fase nuova. Temo, al contrario, che chi andrà il 24 racconterà ai media, quelli schierati, che va tutto bene, che parte la rinascita. Non è così. Il centro giovanile, il campo sportivo, i centri di aggregazione, il palazzetto, sono solo grazie alle donazioni così come l’ospedale, per cui abbiamo preso 6 milioni di euro dalla Germania nel 2017, e della quale forse a settembre metteranno la prima pietra. Ma di cosa stiamo parlando?”.

“Il terremoto è una cosa che ti porti dietro per tutta la vita – continua Pirozzi – Continuo a vivere lì, mia moglie ha voluto riaprire la sua edicola-cartoleria, mia figlia studia ad Amatrice e ogni giorno ho sotto gli occhi la ricostruzione ferma, quella privata all’8% la pubblica allo zero. E’ un dolore perenne, ho una rabbia che sfogo solo andando in giro per l’Italia. Tante cose che si potevano fare sono cadute nel dimenticatoio, un po’ per mancanza di coraggio un po’ forse perché le ho proposte io. Certo rimane oggi il grande cuore degli italiani, considerato che tutto quello che di pubblico c’è si deve alle donazioni, un po’ come la sopravvivenza del tessuto economico, grazie alle misure di sostegno al lavoro che hanno fatto sì che tante persone ancora scommettessero sul territorio”.

“Sono giorni particolari, il 23 notte faremo una veglia ma non so se il 24 sarò presente alle iniziative ufficiali. Siamo riusciti a fare una legge di prevenzione sismica, norme per accelerare la ricostruzione nella regione Lazio, ma se la storia fosse stata diversa, se magari fossi stato io il candidato del centro-destra e non avessi sbagliato io ma si sbagliava a vicenda, come sub commissario (i presidenti di Regione sono sub commissari) avremmo imposto certe cose, come ho provato a fare con i 13 articoli che andavano a fare il dpcm di Conte del 21 ottobre, approvati all’unanimità dall’intero consiglio regionale ma poi, una volta andati in aula alla Camera, gli stessi partiti che li avevano approvati all’unanimità (Pd, M5S, Leu e Italia Viva) hanno votato contro e non sono passati per trenta voti. Eppure erano articoli che risolvevano, c’era il Modello Genova per le opere pubbliche strategiche, la differenziazione del cratere, c’erano misure per il lavoro”.

E incalza, l’ex primo cittadino amatriciano: “Il lavoro in Regione mi dà soddisfazione, lì mi è stata riconosciuta un’autorevolezza, ma quando vai sopra ti scontri contro un muro di gomma: sono stato da Legnini (Commissario straordinario per la Ricostruzione, ndr) un mese fa, ho ribadito che servono misure soprattutto per garantire il lavoro e poi il Modello Genova per gli ospedali, le scuole. Mi ha detto che deve parlarne con Gualtieri. Non voglio credere ci sia una preclusione, però…”. “Se, approvati da tutti i consiglieri regionali quei 13 articoli, Zingaretti, in qualità di segretario del Pd, non fece nulla in fase di conversione e di approvazione – aggiunge – o non gliene importa nulla o è poco attento. Io faccio 320 chilometri al giorno dal lunedì al venerdì per andare in Regione, vivo ad Amatrice e spero si ascolti chi conosce tutta la storia. Più che dare le soluzioni cosa posso fare?”.