L’ex consulente Mitrokhin avvelenato col polonio: “Ci sono gli 007 dietro caso Navalny” 

L'ex consulente Mitrokhin avvelenato col polonio: Ci sono gli 007 dietro caso Navalny

Berlino, il Charite hospital (Foto Afp)

Pubblicato il: 26/08/2020 12:57

“Ci sono i servizi segreti russi dietro l’avvelenamento del leader della opposizione Alexei Navalny”. Ne è convinto Mario Scaramella, l’ex consulente della Commissione Mitrokhin in contatto con l’ex agente russo Aleksandr Litvinenko morto per il polonio-210 nel 2006 e lui stesso ricoverato per sospetto avvelenamento della stessa sostanza. Dopo aver provato senza successo a sventare l’omicidio del colonnello dell’Fsb, informando lo stesso Litvinenko e le autorità del piano per avvelenarlo, Scaramella è stato impegnato sul fronte somalo per la liberazione di ostaggi in mano ai pirati e ai terroristi di Al Shabab, ma in questi giorni il suo nome è tornato alla ribalta ancora per la Russia, con la presentazione della nuova serie true crime di Netflix “World’s Most Wanted” (un’operazione da 500mila utenti), nella quale viene indicato come colui che ha dato la caccia al capo della mafia russa Semion Moghilevich.

Secondo l’esperto, non ci sono equivoci: tutti i segnali portano a un coinvolgimento dei servizi speciali russi. Con una differenza però rispetto ai precedenti di Alexander Litvinienko a Londra e Sergei Skripal a Salisbury: “Navalny non è un ex ufficiale dei servizi, come Litvinienko e Skripal, e una eliminazione decisa internamente al circuito della intelligence, una resa dei conti con un ‘traditore’, non si può ipotizzare in questo caso; se oggi sappiamo con certezza che nei due casi citati la dinamica fu quella della ‘estrema sanzione disciplinare’ da parte di servizi come l’Fsb e il Gru che punirono ex ufficiali defezionisti, oggi lo scenario è ancora più terribile e inaccettabile, siamo alla eliminazione di Stato di oppositori meramente politici, ‘eroi’ che si oppongono al dittatore e per questo soltanto vengono dichiarati nemici militari dallo Stato. E’ una cosa mai vista dalla caduta dell’Urss”.

“A differenza di altri casi – è l’analisi di Scaramella – qui la firma dei servizi salta all’occhio, tutta l’operazione segue il copione scritto dalla propaganda. Siamo innanzi a una sofisticata narrativa dove l’arma (il tè avvelenato con un nervino), il luogo (Omsk sede principale del Kgb e dei suoi archivi), la tempistica (immediata risposta ai fatti di Minsk), tutto ci racconta di una grande operazione dei servizi. Non voluta a livello militare però, ma ad un livello verticistico”.

Quanto al collegamento con la Bielorussia, Scaramella chiarisce: “Il ‘sistema’ russo ha imposto le sue riforme costituzionali, ciò significa che Putin non sarà superato democraticamente ma che solo una protesta di piazza potrà sovvertirlo. In Bielorussia, laboratorio politico e cartina tornasole per Mosca, sono scoppiate proteste chiaramente supportate da tutti gli ambienti democratici: punire Navalny era a questo punto fondamentale per dare un segnale a tutti e a ciascuno degli oppositori”.

“In Bielorussia – aggiunge – esiste ancora il Kgb, e i servizi russi hanno mano libera. Litvinienko ci ha dichiarato che l’Fsb di Mosca può tutto e che lui personalmente aveva rapito un imprenditore indiano a Minsk su ordine del suo capo. Quando la Russia chiede ad altri paesi di non interferire dimentica di dire che lei invece interferisce eccome… e questo senza menzionare il ruolo importante della Bielorussia nei traffici di armi e l’importanza degli archivi del Kgb di Minsk che non possono essere aperti senza conseguenze simili a quelle dell’archivio Mitrokhin, che svelò i nomi delle spie nella politica occidentale”.

Tornando alla sua esperienza personale, Scaramella spiega come nel mondo della intelligence esista “il settore delle ‘special activites’ cioè prevenzione degli omicidi ‘di Stato’, cattura dei ‘most wanted’ e ‘rescuing nationals’ cioè recupero degli ostaggi. In questo specifico ambito della intelligence noi consulenti effettuiamo analisi, supportiamo le autorità. Io sono di base a Londra e come consulente legale assisto i clienti istituzionali. Sono questioni scottanti e difficili da monitorare, a volte interconnesse per il ruolo trasversale dei servizi ‘ostili’. Come nel caso Navalny, dietro omicidi eccellenti e anche in molti sequestri e alle spalle di alcuni boss intoccabili c’è spesso conferma del ruolo dei servizi speciali di Mosca. E’ tempo di reagire”.