Fase 3, Angi: “Gestire al meglio Recovery Fund, ripartire da giovani” 

Fase 3, Angi: Gestire al meglio Recovery Fund, ripartire da giovani

Pubblicato il: 27/08/2020 13:50

“Per il rilancio dell’Italia e per una veloce ripresa del sistema economico nazionale, è prioritario secondo la nostra visione avviare una serie di riforme strutturali per favorire la trasformazione tecnologica e digitale, sbloccare nuovi fondi a sostegno delle imprese e mettere al centro dell’agenda politica il tema giovani e innovazione come motore trainante per il futuro”. Così Gabriele Ferrieri, presidente dell’Angi- Associazione nazionale giovani innovatori, “punto di riferimento dell’ecosistema innovazione italiano che sottolinea pertanto l’importanza per l’operato del governo di dare il massimo sostegno per il rilancio alle giovani generazioni e alle imprese all’insegna dell’innovazione e della sostenibilità”.

“Sarà necessario -prosegue Ferrieri- gestire al meglio i fondi del Recovery Fund per investimenti strutturali e per la crescita economica legata ad uno sviluppo sostenibile, al fine di rendere l’Italia un paese più green, più digitale, più innovativo e più inclusivo. La ripresa necessariamente dovrà essere indirizzata ad obiettivi politici ben precisi, condivisi sia a livello europeo che nazionale con l’obiettivo di favorire il rilancio del comparto economico industriale”.

Secondo i dati Ue, si legge ancora nella nota dell’Angi, “infatti a fine anno l’Italia registrerà un calo del prodotto interno lordo dell’11,2%, un crollo verticale mai censito dalle statistiche dell’Istat. Allo schianto del 2020 seguirà un rimbalzo poco vivace nel 2021, quando si prevede una crescita del 6,1% con il prodotto interno lordo che resterà comunque ben lontano dai valori del 2019. Sul fronte delle imprese, ha censito l’Associazione delle banche italiane, i finanziamenti richiesti dalle aziende al Fondo di garanzia ammontano ad una cifra pari a circa 62,7 miliardi”.

“Restano le incognite -spiegano ancora dall’Angi- su due settori chiave per l’Italia, turismo ed export. Il turismo vale il 15% del prodotto interno italiano ed è una voce consistente dell’economia nazionale con 3,5 milioni di occupati. Ma per quest’anno, calcola l’ente nazionale del turismo (Enit), si prevede una stagione magra, non prima del 2023 si prevede che il turismo possa recuperare e superare leggermente i volumi del 2019. Sulla ripresa delle esportazioni, che per l’Italia valgono il 32% del pil, secondo i dati Ocse per fine anno si prevede un calo del 14,4% delle esportazioni italiane, con i numeri che potrebbe tradursi in un drammatico -17,8% nel caso in cui dovesse esserci in autunno un ritorno del Covid-19″, conclude la nota dell’Angi.