Covid, Bucci: “Scuole chiuderanno se politica si trastulla” 

Covid, Bucci: Scuole chiuderanno se politica si trastulla

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Pubblicato il: 28/08/2020 17:23

“Chiudere le scuole non è la soluzione; ma ci saremo costretti, se una politica inane (di governo e di opposizione) e un’amministrazione impotente continueranno a trastullarsi come da mesi stanno facendo, o meglio sarebbe dire da decenni, nel caso delle scuole”. Il monito ai decisori arriva dal biologo Enrico Bucci, docente negli Usa alla Temple University di Filadelfia, che in più post su Facebook interviene sulla ripresa delle scuole dopo lo stop imposto dalla crisi Covid-19. Per riaprirle in sicurezza lo scienziato indica una serie di misure che ritiene “un obiettivo imprescindibile”, sulle quali “non bisognerebbe cedere terreno” e anzi “val la pena di impegnarsi fino allo stremo perché siano garantite”.

La premessa di Bucci è che, “dai dati di cui noi disponiamo, l’effetto della chiusura delle scuole sulla salute è peggiore di quello della loro riapertura. I morti che rischiamo ad aprire, cioè, sono minori dei morti che rischiamo a mantenere chiuso. I morti da chiusura si osservano a distanza, e sono associati agli effetti sulla salute dovuti al declino cognitivo, alla minore sorveglianza pediatrica e ad altri effetti indiretti come la sottrazione di tempo al personale ospedaliero con figli”.

Entrando dunque nel merito degli interventi auspicati, il biologo si aggancia “all’eccellente riassunto di Antonella Viola”, immunologa “direttore di un istituto di ricerca dedicato alla salute dei bambini” a Padova. E fra le altre indicazioni c’è quella sulle mascherine in classe: “Credo che dai 10 anni in su (dalla prima media) dovrebbero essere obbligatorie. E’ vero che se stanno seduti c’è la distanza, ma se un ragazzo positivo starnutisce o ha un colpo di tosse o parla a voce alta 1 metro di distanza non serve a proteggere gli altri”.

Un punto chiave, secondo l’elenco riportato da Bucci, è la “numerosità degli alunni. Da questo dipende tutto: se si riuscisse ad avere classi di 15 persone, potremmo stare tutti più tranquilli perché i rischi di contagio sarebbero minori”. Secondo: “Distanza di almeno 1 metro tra i banchi. Ora, questo metro ha poco di scientifico, ma è il minimo indispensabile (e in Italia anche il massimo possibile)”. Terzo: “Aerare spesso l’aula. Aprire la finestra ogni 40 minuti per almeno 10-15 minuti. Ora si potrà persino fare lezione con finestre spalancate, che sarebbe meglio, poi quando arriverà il freddo ne riparleremo”. Quanto al dibattito sulla valutazione della temperatura corporea, il consiglio è di “misurare la febbre a casa e a scuola”.

Bucci invita ad affrontare il capitolo scuola andando oltre l’Sos Covid. “Le epidemie e le malattie infettive”, infatti, “non sono un’eccezione: nel nostro mondo sono la regola, come dimostrano i casi di Dengue appena scoperti in Nord Italia. Vogliamo far finta che si tratti di risolvere questa emergenza e tutto sia poi finito? Le misure” indicate “devono essere parte di un piano complessivo, calibrato a seconda degli esiti di una nuova sorveglianza epidemiologica a spettro ampio”.

Lo scienziato non risparmia commenti critici su specifici aspetti della discussione in corso: “Misure quali l’allargamento del concetto di congiunti, presentate come soluzione – osserva – danno evidenza dell’incapacità di almeno una parte della struttura dirigente del Paese. Danno pure l’idea che non è possibile fidarsi del Governo e dello Stato, e abbattono la fiducia nella possibilità di risolvere questa e le future crisi, spingendo le persone a restare a casa. E’ ora di stroncare questo tipo di comportamento irresponsabile da parte della classe dirigente, denunciandolo pubblicamente per quello che è: una frode”. La conclusione è che “nessuno desidera il massacro degli insegnanti o degli alunni; al contrario, è indispensabile che tutte le misure elencate – insieme alla diagnostica continua e rapida – siano messe in cantiere e attuate quanto prima”.