Incendio Altofonte, sfollati tornano nelle loro abitazioni  

Incendio Altofonte, sfollati tornano nelle loro abitazioni

Pubblicato il: 30/08/2020 08:01

Sono tornate nelle loro abitazioni di Altofonte (Palermo) le oltre 300 persone evacuate la notte scorsa per l’incendio che ha devastato la zona distruggendo 200 ettari di bosco. Lo conferma la protezione civile.

“Tutto il personale dei vigili del fuoco e gli interventi sono stati gestiti dal Posto di Comando Avanzato allestito presso il campo sportivo del comune di Altofonte, che ha fatto da punto di riferimento anche per la popolazione assicurando loro assistenza” hanno spiegato questa mattina i vigili del fuoco (VIDEO).

“Sono oltre duecento gli ettari di bosco andati in fumo la notte scorsa ad Altofonte, e 400 ettari di terreno” ha detto all’Adnkronos l’assessore regionale al Territorio e Ambiente della Sicilia, Toto Cordaro. Ma gli incendi non hanno colpito solo Altofonte, alle porte di Palermo. “Sono due i fronti più pericolosi, Altofonte e Makari, nel trapanese” ha spiegato Cordaro.

L’incendio scoppiato ieri sera tra San Vito Lo Capo e la riserva naturale dello Zingaro è stato domato solo questa sera, dopo quasi 24 ore. Al lavoro operai forestali, vigili del fuoco e volontari della protezione civile oltre ai canadair e tre elicotteri.

COLDIRETTI: “MANCATA PREVENZIONE” – “Agosto è stato uno dei mesi più devastanti per il territorio siciliano. Non sono state assolutamente messe in campo attività adeguate per contrastare prima di tutto le azioni di criminali che mettono a repentaglio la vita umana devastando intere zone” afferma Coldiretti Sicilia.

“È chiaro che siamo di fronte ad un vero e proprio piano criminale che distrugge migliaia di ettari di boschi, macchia mediterranea malformando il territorio per sempre – si sottolinea – Occorre avviare piani antincendio già dall’inverno – aggiunge Coldiretti Sicilia – altrimenti come ogni anno siamo costretti a rincorrere le emergenze. Il diffondersi dei roghi è favorito dalle alte temperature anche se il 60% di essi è di origine dolosa, ma è pure effetto della chiusura delle aziende agricole. Nella maggioranza dei boschi italiani non si trova più la presenza di un agricoltore che – evidenzia la Coldiretti – possa gestirli in un Paese come l’Italia dove più di 1/3 della superficie nazionale è coperta da boschi per un totale di 10,9 milioni di ettari. La corretta manutenzione aiuta a tenere pulito il bosco e ad evitare il rapido propagarsi delle fiamme in caso di incendi”.

“Ci vogliono almeno 15 anni per far rinascere tutto l’ecosistema forestale – spiega la Coldiretti – Per difendere il bosco italiano occorre creare le condizioni affinché si contrasti l’allontanamento dalle campagne e si valorizzino quelle funzioni di sorveglianza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli”.