Taglio parlamentari, Cei: “Guai a compromettere l’equilibrio dello Stato” 

Taglio parlamentari, Cei: Guai a compromettere l'equilibrio dello Stato

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Pubblicato il: 31/08/2020 16:57

di Elena Davolio

Al referendum del 20 e 21 settembre per il taglio dei parlamentari “ognuno voti secondo le proprie convinzioni”, ciò che più importa è che “non sia compromesso l’equilibrio dello Stato“. Monsignor Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana, si tiene fuori da indicazioni specifiche di voto ai cattolici sull’imminente appuntamento elettorale ma, interpellato dall’Adnkronos, dice con chiarezza che il dibattito in corso dovrebbe volare più alto, anche per mettere il cittadino in condizione di dire la sua con cognizione di causa.

“Siamo davanti ad un passaggio delicato – dice il vescovo Raspanti- perché se dovesse essere manomesso l’equilibrio dello Stato…Ma spero e mi auguro che sia volontà del legislatore, se fa un intervento in un senso, intervenire anche per lasciare sempre in equilibrio l’ordinamento”.

Da un lato il fronte del sì, dall’altro i sostenitori del no che vedono a rischio la democrazia rappresentativa nel Paese. “Capisco che il numero dei parlamentari è la tessera di un grande mosaico che ha bisogno di pesi e contrappesi – premette il vicepresidente della Cei-. La cosa che deve preoccupare è che non siano fatti singoli aggiustamenti sull’onda emotiva dell’anti-politica. Cambiamenti vanno fatti, cercando però di mantenere equilibrati i bilanciamenti dello Stato. Infatti molti esponenti del mondo politico già dicono che c’è bisogno di una nuova legge elettorale perché va da se’ che la diminuzione del numero di parlamentari porta a ridisegnare i Collegi”.

Il punto, a modo di vedere del vice presidente della Cei, non è il numero di parlamentari: “Noi all’interno della democrazia conosciamo Parlamenti numerosi e parlamenti con relativamente pochi rappresentanti rispetto al numero della popolazione, quindi secondo me non è decisivo il numero, decisiva è invece l’esperienza democratica e la maturità politica dei cittadini e di chi governa lo Stato”.

“Ognuno voterà secondo le proprie convinzioni ma nel dibattito in corso quello che appoggio è la necessità di tenere la macchina dello Stato equilibrata in tutti i suoi aspetti, che garantisca davvero la rappresentatività, i bilanciamenti, che salvaguardi le minoranze. Insomma – sintetizza – che si possa essere attenti a non compromettere l’equilibrio dello Stato”.

Tra i cittadini c’è un certo disorientamento sul da farsi. “Ognuno – riflette il vescovo Raspanti – ha finito per politicizzare la cosa, e spesso nel senso più deteriore, nel senso che ci sono partiti che vogliono opporsi ad altri partiti perciò cavalcano un‘opinione rispetto ad un’altra. C’è da ammettere poi che l’Italia non ha mai mostrato grande maturità di ordine costituzionale. Ci vuole anche una capacità di intendere, che già io non ho. Teoricamente dovrebbe essere il dibattito pubblico ad istruire il cittadino in modo che si faccia un’opinione propria. Questo dibattito è stato meno tecnico e politico in senso alto e molto basso con gli schieramenti che si contrappongono a seconda delle stagioni”.

Gli italiani come risponderanno? “Penso che molti non andranno. Già ci sono problemi di quozienti in generale alle elezioni, oggi poi l’ondata anti establishment non ha la forza di qualche anno fa“.