Caos M5S su norma rinnovo vertici intelligence, Crimi in pressing per ritirarla 

Caos M5S su norma rinnovo vertici intelligence, Crimi in pressing per ritirarla

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Pubblicato il: 01/09/2020 15:05

Scoppia una nuova grana nel M5S. A innescare la miccia l’emendamento contro il rinnovo dei vertici dei servizi segreti -prima firmataria la grillina Federica Dieni- per cambiare una norma che aveva fatto discutere e salire le opposizioni sulle barricate quando il governo, nel cosiddetto dl agosto oggi in Aula alla Camera, aveva deciso di inserire una misura che modificava la legge sull’intelligence datata 3 agosto 2007. La vecchia legge prevedeva che gli incarichi ai vertici dei nostri Servizi avessero una durata massima di quattro anni, rinnovabile per una sola volta. Nel dl sull’emergenza Covid il governo aveva sostituito le parole ‘per una sola volta’ con la formula ‘con successivi provvedimenti per una durata complessiva massima di ulteriori quattro anni’, modifica letta da molti come una prorogatio e che, oltre ad agitare l’opposizione, ha creato dissenso e malcontento anche nei 5 Stelle.

Tanto che, all’arrivo del provvedimento in Parlamento, Dieni -volto storico del M5S nonché membro del Copasir -ha scritto un emendamento per cancellare la norma sui Servizi con un colpo di bianchetto. Una scelta vista da molti come una mossa strategica per indebolire il premier Giuseppe Conte -c’è chi parla apertamente di “imboscata”, tanto più che il presidente del Consiglio ha mantenuto la delega ai Servizi- anche se molti, tra i numerosi firmatari 5 Stelle, giurano il contrario, sostenendo che, semplicemente, una norma così delicata non si cambia con un decreto e senza una discussione di merito in Parlamento.

A quanto apprende l’Adnkronos, sarebbe stato forte, nelle ultime ore, il pressing del capo politico del governo Vito Crimi -impegnato in una serie di riunioni sul tema- ma anche di alcuni membri del governo M5S (alcuni narrano del viceministro Stefano Buffagni attivissimo) per convincere i parlamentari 5 Stelle a sfilare dal testo l’emendamento della discordia. Che potrebbe far ballare, e molto, un governo già in evidente difficoltà. Ma nonostante ciò, la lista dei firmatari grillini si sarebbe addirittura allungata, arrivando a quota 50.

E c’è chi assicura che in Aula l’emendamento otterrà altre sigle in calce, in barba al pressing di alcuni big del Movimento, Crimi in primis. Sarà per questo che, nelle ultime ore, c’è chi non esclude che sul dl venga messa la fiducia. “Sarebbe gravissimo – dice all’Adnkronos un big del Movimento tra i firmatari dell’emendamento Dieni – e ci sarebbero parecchie diserzioni nel voto. Siamo stanchi di questi continui ricatti sulla tenuta del governo…”.

Intanto, in questi minuti, si sta lavorando a delle modifiche del testo per trovare una sintesi, evitando così la fiducia con una nuova formulazione del testo che metta d’accordo tutti, superando i malumori che agitano i 5 Stelle. Per ora, però, la quadra non è stata ancora trovata.