Intercettazioni, Coppi: “Trojan? No limiti a nuove tecnologie ma evitare abusi”  

Intercettazioni, Coppi: Trojan? No limiti a nuove tecnologie ma evitare abusi

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Pubblicato il: 01/09/2020 15:15

“In linea teorica dovrebbe essere una scelta che dà maggiori garanzie, anche se aumenta il lavoro dei pubblici ministeri. Però, certo, con tutto il rispetto per la polizia giudiziaria, la scelta fatta dal pm, sulla carta, dà maggiori garanzie di tutela soprattutto dei diritti delle persone intercettate”. A dirlo all’AdnKronos è l’avvocato Franco Coppi, a proposito dell’entrata in vigore delle nuove norme che regolano l’uso delle intercettazioni, e che prevedono, fra l’altro, di dare più poteri ai pubblici ministeri (e non, dunque, alla polizia giudiziaria) di decidere quali sono le intercettazioni rilevanti da trascrivere e quali no.

Quanto alla creazione di un archivio digitale presso ogni procura che raccoglierà il materiale derivante dalle intercettazioni allo scopo di evitare la divulgazione di dati irrilevanti per le indagini, che attengono alla sfera privata o i dialoghi tra difensore e assistito, Coppi parte da una premessa: “Si tratta di provvedimenti che rappresentano soluzioni di compromesso fra le esigenze investigative, rispetto alle quali le intercettazioni costituiscono uno strumento formidabile di ricerca della prova, e le esigenze di tutela di soggetti che possono essere coinvolti in storie che finiscono davanti a un pm ma che non evidenziano nessuna responsabilità”.

In questo caso, aggiunge il legale, “i soggetti interessati si vedono esposti alla possibilità di pubblicità di notizie che riguardano la loro vita privata. Vale anche per gli indagati. È giusto indagare su tutto ciò che ha attinenza con il reato, ma se hanno l’amante oppure praticano particolari attività lecite, ma che non vogliono che vengano mostrate in pubblico, poi possono ritrovarsi con tutta la loro vita squadernata in pubblico. Insomma, sono tutti dei tentativi che nascono da questa continua tensione fra esigenze investigative e tutela della riservatezza”.

Nello specifico, poi, rispetto anche al fatto che nel momento in cui il materiale confluisce in questi archivi, l’accesso per tutti i soggetti interessati avverrà attraverso un collegamento da remoto all’archivio in apposite sale controllate e sotto la sorveglianza del procuratore capo, Coppi spiega: “Potrebbe essere una complicazione non indifferente, e infatti anche la vecchia normativa in teoria prevedeva che le intercettazioni dovessero essere ascoltate esclusivamente da ufficiali della polizia giudiziaria, esclusivamente nei locali del tribunale ed esclusivamente alle apparecchiature disposte dal tribunale. Ma tutto ciò, molto bello sulla carta, non si è potuto realizzare in pratica. Inoltre, c’è anche un problema di costi, perché ogni tribunale dovrebbe essere in grado di svolgere questo tipo di attività con queste caratteristiche, non esiste un centro nazionale”.

Infine, Coppi si sofferma anche sull’estensione dell’uso del Trojan, il captatore informatico che viene esteso alle indagini sui reati commessi da pubblici ufficiali o da incaricati di pubblico servizio contro la pubblica amministrazione: “So che mi malediranno – afferma -, ma sono dell’idea che tutte le volte in cui il progresso tecnologico offre mezzi di indagine che possono aiutare nella ricerca della responsabilità dei reati, ben vengano. Poi, naturalmente, si tratterà di conciliare le esigenze investigative con i problemi di riservatezza, però è impensabile, a mio parere, che si pongano dei limiti all’impiego di mezzi che la tecnologia moderna mette a disposizione. E’ come la storia del Dna e via dicendo, se c’è qualcosa che permette di raggiungere la “verità”, gli si deve dare spazio cercando di conciliare il tutto con le esigenze di riservatezza”.

“Facciamo parte di una collettività, e come membro della collettività puoi scontare anche certi disagi e bisogna saperli scontare con una certa serenità se si vogliono raggiungere determinati obiettivi. Ovviamente -conclude- impedendo degenerazioni e abusi, ma tutto ciò che la scienza e la tecnologia offrono lo prenderei a piene mani”.