Conte: “No a nuovo lockdown. Inopportuno riaprire gli stadi” 

Conte: No a nuovo lockdown. Inopportuno riaprire gli stadi

(Afp)

Pubblicato il: 05/09/2020 12:47

I verbali del Comitato tecnico-scientifico “sono rimasti riservati, ma non sono mai stati secretati, sono due concetti diversi. Ora tutti i cittadini potranno vedere quello che dicevano gli esperti e quello che abbiamo deciso noi”. Lo afferma il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ospite della festa del Fatto Quotidiano, sottolineando che gli omissis presenti nei verbali, “sono un fatto tecnico, di cui non mi sono occupato, ma di solito ci sono per la protezione della privacy”.

Quanto all’attuale aumento dei contagi, il premier esclude un nuovo lockdown. “Abbiamo un sistema di monitoraggio elevato e possiamo affrontare l’autunno con fiducia, senza un nuovo lockdown. Siamo nelle condizioni di attuare, se ce ne sarà bisogno, chiusure mirate e circostanziate”, sottolinea Conte che, sul record di contagiati di ieri dice: “Si trascura il numero di tamponi. E’ chiaro che se facciamo più tamponi scopriamo più contagiati, la cosa è fisiologica. Il numero è cresciuto, ed è l’effetto dei contagi agostani. Ma voglio dire che, ancora una volta, noi italiani ci dimostriamo responsabili e disciplinati rispetto ad altri paesi”.

Conte puntualizza poi che “il governo non ha mai riaperto le discoteche” ma alcune Regioni “hanno deciso diversamente, con alcuni protocolli che però è stato difficile rispettare”. Quanto agli stadi, “l’assembramento è inevitabile, dentro, sugli spalti, come entrando e in uscita: l’apertura, io personalmente, la trovo inopportuna“.

E sulla manifestazione di oggi a Roma dice: “Noi vogliamo gestire una pandemia in corso, una pandemia che è ancora in corso. Oggi c’è una manifestazione a Roma di persone che pensano che non esiste. A loro rispondiamo con i numeri. Punto”.

Conte si sofferma poi sui rapporti con l’opposizione. “Quando si parla di opposizione si parla di tre partiti di centrodestra con esponenti dai temperamenti diversi. Con Fi il dialogo è costante e molto istituzionale e rispetto dei ruoli, con Meloni anche. Con Salvini invece quando lascio un messaggio non vengo richiamato…”, afferma. Invece con il governo attuale, rispetto al Conte I, “non c’è più un contratto stipulato tra forze diverse per cerca di accogliere istanze differenti, ma un programma che sento molto mio, alla cui stesura ho collaborato direttamente”, afferma.

Il premier ha parlato anche del confronto su Recovery Fund e Mes, oltre che delle prossime regionali e del referendum, rivelando che “voterò sì perché non viene assolutamente pregiudicata la funzionalità del Parlamento”. “E’ chiaro che le forze di maggioranza le vedo in difficoltà in questa competizione elettorale. Il centrodestra si presenta unito, riesce a farsi trovare puntuali agli appuntamenti elettorali” mentre le “forze di maggioranza vanno in ordine sparso. Bisogna tenere conto di questo”, un dato che rende la “lotta impari”. Ma sull’impatto sulla sopravvivenza del governo “ritengo di no”, che non ci saranno contraccolpi. “Qui abbiamo prospettive di lavorare per la ricostruzione, andremo avanti”. Conte torna anche sull’appello, fatto a inizio estate, per affrontare uniti le regionali. Il mio appello è stato da alcuni frainteso – dice – mentre è stato un appello al dialogo tra forze di maggioranza che stanno sperimentando un.’esperienza di governo insieme. Va fatto e continuerò anche a farlo in futuro. Stiamo lavorando sempre meglio, è chiaro che sia auspicabile ci sia una continuità anche a livello territoriale. Non sono riuscito” nell’intento di vedere le forze di maggioranza unite alle prossime regionale, “ne prendiamo atto, ma la direzione di marcia deve essere quella”.

“Per quando riguarda il Mes, non bisogna pensare che chiedendo 36-38 miliardi verranno investiti tutti nella sanità. La nostra finanza pubblica andrebbe a rotoli. Se avremo bisogno di ulteriore finanza, in particolare per la Sanità, andrò in Parlamento e ne discuteremo nell’interesse generale”, ha assicurato.