Messi resta al Barca, tregua armata dopo un mese di fuoco 

Messi resta al Barca, tregua armata dopo un mese di fuoco

(Afp)

Pubblicato il: 05/09/2020 07:00

Con l’annuncio a ‘denti stretti’ di Lionel Messi che resterà al Barcellona fino alla scadenza di contratto, si chiude la querelle che ha tenuto col fiato sospeso i tifosi di mezza Europa, da quelli blaugrana, che temevano l’addio del fuoriclasse argentino, a quelli di molti top club, Manchester City in testa, che speravano di vedere il fantasista 33enne con la maglia della propria squadra del cuore.

I malumori della ‘Pulce’ erano stati rilevati dalla stampa spagnola già da tempo ma la miccia della ‘clamorosa’ scelta di Messi, che gioca al Barca fin dai tempi della Cantera, è stata innescata il 14 agosto quando la squadra catalana è stata clamorosamente estromessa dal Bayern Monaco dalla Champions League con un pesantissimo 8-2. Un segnale della fine di un’era e della necessità di ripartire con un nuovo ciclo. Due giorni dopo la decisione del Barca di esonerare il tecnico Setien.

La svolta il 20 agosto quando Messi, interrompendo le vacanze con la famiglia, fa rientro nel capoluogo catalano per parlare col nuovo tecnico Ronald Koeman. Sarebbe proprio in quella occasione, secondo le ricostruzioni dei giornalisti iberici, che l’argentino avrebbe spiegato all’allenatore olandese di vedere il suo futuro “più fuori che dentro il Barca”.

I giorni seguenti sono stati roventi: Inter, Psg, Manchester City, un ritorno in Argentina, e ancora tante altre possibili mete nel futuro del campionissimo sono state ipotizzate dai media. Il 25 agosto Messi esce allo scoperto, è il ‘Burofax Day’. Il numero 10 comunica al club di volersene andare avvalendosi della clausola di rescissione unilaterale inserita nel suo contratto.

Si scatena una furiosa polemica tra chi sostiene che legalmente abbia ragione l’argentino, per il quale la clausola è valida, e chi, Barcellona in primis, risponde che la clausola è scaduta a giugno. Tra i rumors di mercato c’è né uno più accreditato degli altri: Messi raggiungerà Pep Guardiola al City.

Intanto le fibrillazioni all’interno del Barcellona, che rischia di perdere uno dei giocatori più forti di tutti i tempi, portano il presidente Bartomeu a mettere sul tavolo le sue dimissioni se fosse lui l’ostacolo alla permanenza di Messi in blaugrana.

Messi e il Barca si allontanano e le parti si irrigidiscono sulle rispettive prese di posizione. Il 30 agosto al raduno della squadra per la stagione 2020-2021 il pallone d’oro non si presenta. Nel frattempo il club incassa un importante colpo a suo favore, il pronunciamento della Liga spagnola che dà ragione alla società catalana sulla validità della clausola rescissoria da 700 milioni di euro, un ostacolo insormontabile per qualsiasi estimatore dell’argentino.

Il 2 settembre arriva in Spagna il padre del giocatore, Jorge Messi, che cerca una mediazione con Bartomeu ma il club resta inamovibile sul tema della clausola rescissoria. Gli ultimi atti della vicenda Messi sono di oggi, la lettera di Jorge Messi alla Liga in cui ribadisce che a suo avviso la clausola non è valida e la replica che rispedisce la palla al mittente: ” Interpretazione decontestualizzata”.

Alle 18 l’epilogo. Con una intervista a ‘Goal’ Messi si arrende: “Non sarei mai andato per vie legali con il club della mia vita, quindi resto al Barcellona. Per tutto l’anno ho detto al presidente che volevo andar via. Pensavo che fosse il momento di farsi da parte. Mi ha fatto male che la mia decisione al Barcellona fosse messa in dubbio, sono grato a questo club. Amo Barcellona e non troverò un posto migliore di qui altrove. Ma ho ancora il diritto di decidere. Volevo andare in cerca di nuovi obiettivi e nuove sfide”. Una ‘pace armata’ di cui vedremo gli effetti nei prossimi mesi.