Vissani: “Governo ha ucciso i ristoranti, ora portiamo Conte in tribunale” 

Vissani: Governo ha ucciso i ristoranti, ora portiamo Conte in tribunale

(Fotogramma)

Pubblicato il: 07/09/2020 09:06

“Io credo semplicemente che ci dobbiamo vergognare. Non mi riferisco certo al viceministro Castelli, che quando ci invitò a cambiare mestiere in realtà non voleva dire cattiverie. Mi ri ferisco a tutto il resto. Dobbiamo ricevere ancora i soldi della cassa integrazione. Avevo dipendenti che prendevano 1.200 euro al mese e si sono ritrovati con 400: una persona come fa a vivere così? Come lo paga il mutuo, l’affitto, le bollette? Capisco che in Italia non ci siano soldi,ma così è troppo. I soldi per aiutare certe grandi industrie trasferite all’estero li trovano sempre. E da noi certi colleghi che fanno? Si rifanno sui clienti, cercando di recuperare le perdite aumentando i prezzi. È proprio vero che l’individualismo non ha mai fine”. Lo afferma lo chef Gianfranco Vissani, in un’intervista al quotidiano ‘Libero’.

“La verità è che Conte ha tagliato fuori l’imprenditoria. Per me sarebbe stato meglio fare un anno bianco. Tasse sospese almeno fino all’anno prossimo. Poi nell’inverno 2021 se ne sarebbe riparlato. Ma la verità è che così Conte ci ha presi un po’ troppo in giro. E anche Rutte, quello dell’Olanda, paradiso fiscale. Ma che Europa è questa? Se l’Europa dev’essere unita, sia come gli Stati Uniti d’America: non solo unione economica, anche leggi uguali per tutti. Così non essendo, mi sento di dire che l’Unione europea, per come la conosciamo oggi, è un fallimento. Solo Draghi ci poteva salvare. Se fosse stato presidente del Consiglio, ci avrebbe aiutato non poco. Ora invece con l’associazione Ristoritalia, di cui sono presidente onorario, sto pensando a una class action contro il governo. I nostri diritti sono stati calpestati. I diritti elementari, quelli umani. I bonus, i 600 euro sono stati solo manovre dal sapore elettorale. Ora, a settembre e ottobre, si apre un buco: c’è gente che non sa come farà a sopravvivere. È di loro che mi preoccupo”.