Zangrillo-Scanzi, ‘duello’ in tv sul covid 

Zangrillo-Scanzi, 'duello' in tv sul covid

Pubblicato il: 09/09/2020 07:11

Alberto Zangrillo e Andrea Scanzi, botta e risposta sul tema Covid nello studio di Cartabianca. “Ho detto che il virus è clinicamente morto, ho fatto mea culpa per un’espressione stonata ma nel significato la ribadisco. Ho sempre evocato il buon senso: se qualcuno va in discoteca senza mascherina e senza precauzioni, non credo sia colpa mia. Poi se volete il capro espiatorio…”, dice il direttore della Terapia intensiva del San Raffaele.

“Zangrillo è una persona competente e efficace in televisione. Credo che abbia fatto un grande errore: divenire per molti negazionisti e minimizzatori una sorta di faro. Lei non doveva andare in quella baracconata del 27 luglio al Senato dove c’erano anche persone che si vantano di non indossare le mascherine. Se le ci va, in qualche modo avalla il pensiero per me pericoloso di Sgarbi e di tutti quelli che dicono che il Covid non c’è”, dice Scanzi riferendosi al celeberrimo convegno che è stato definito da alcuni ‘negazionista’.

“La Costa Smeralda ha fatto notizia perché è stata incarnata mediaticamente da figure forti mediaticamente, come Briatore, che sono andate settimane in tv per dire che non c’erano rischi. Poi si è ammalato Briatore e si è ammalato quasi tutto il Billionaire: per colpa di alcuni personaggi, a cui auguro ogni fortuna medica ma che dovrebbero chiedere scusa, ha incarnato il peggio di questo approccio minimizzatore. Non si può continuare a vivere come prima”, afferma ancora il giornalista.

“Sapete quante persone per il Central Control Disease possiedono gli anticorpi a New York? Una persona su 4. Una su 4 è venuta a contatto col virus, non credo che la mia risonanza abbia varcato l’Oceano e abbia alimentato un motus verso l’inevitabile contagio. Ho sbagliato nel modo, ma il concetto rimane”, dice riferendosi nuovamente al concetto di ‘virus clinicamente morto’.” E in ogni caso c’è un Comitato Tecnico Scientifico che poteva dire ‘le discoteche non vanno aperte’ e soprattutto ‘non vanno riaperte’”, ribatte il professor Zangrillo.