Colleferro, padre Pincarelli: “Mio figlio in carcere per aiutare amici” 

Colleferro, padre Pincarelli: Mio figlio in carcere per aiutare amici

(Foto Adnkronos)

Pubblicato il: 10/09/2020 18:45

dall’inviata Silvia Mancinelli

Mario è un ragazzo affettuoso, quando vede qualcuno in difficoltà deve difenderlo, è fatto così. Ed è per questo che è successo tutto. Quel sabato sera è uscito, è tornato a casa intorno alle 4,30 di domenica. Io ero sveglio, mi ha salutato e mi ha detto che sarebbe andato a dormire da alcune amiche. Ma un genitore come sa dove va un figlio o cosa fa? E stato un mio amico a dirmi, poco più tardi, cosa era successo. Mia moglie non sapeva nulla”. Stefano Pincarelli è il padre di Mario, arrestato a 21 anni per l’omicidio del coetaneo Willy Monteiro Duarte. All’Adnkronos commenta l’arresto del figlio ed è sicuro: “Non è un attaccabrighe, ma gli prende una cosa dentro quando vede qualcuno in difficoltà e deve intervenire”.

Camicia sbottonata, occhi di ghiaccio e decine di tatuaggi. “Questo è di Belen – dice indicando il bacio sul collo – mi sono fatto lasciare l’impronta su un fazzoletto una sera di tanti anni fa, quando l’ho incontrata in un locale a Ostia insieme a Corona”. Del figlio per il quale stravede dice: “Mario è un ragazzo perbene, generoso – ci tiene a precisare – ma la sera quando esce beve e non capisce più niente. Anche i Bianchi (Marco e Gabriele, ndr), io li conosco da quando sono piccoli, mi chiamano zio. Sono bravissimi ragazzi, sono andato a casa loro poco prima che succedesse il fatto. Ma si sa, quando escono esagerano con l’alcol”.

“Mia moglie oggi è chiusa a casa che guarda il soffitto con gli occhi sbarrati. Non fa che ripetere che le è morto un figlio, ma non parla di Mario. Parla di Willy. Per noi è come se avessero ucciso nostro figlio – aggiunge sempre all’Adnkronos – Questa storia ci ha devastato. Io ho una figlia di 30 anni – racconta ancora Stefano, in zona conosciuto come Pellico – nata da un precedente matrimonio, ma per mia moglie Fernanda, Mario è l’unico. E’ una donna devastata, da quando è successo quello che è successo l’ambulanza è venuta qui a casa quattro volte. Fa avanti e indietro dall’ospedale, soffriva già di depressione e attacchi di panico, oggi non vive più. Sono state scritte tante sciocchezze su Mario, compresa quella che praticasse sport da combattimento: ha fatto un anno di Karate quando aveva 7 anni e non ha più fatto nulla. Ha studiato al Cannizzaro di Colleferro, poi non gli piaceva e si è messo a lavorare con i ponteggi. E bravissimo, col suo stipendio ci dava pure una mano a casa visto che lavoro solo io come piastrellista quando mi chiamano”.

Mario è incensurato, dice. “Ha avuto quel problema tempo fa con un vigile urbano che aveva rimproverato un ragazzo che non aveva la mascherina, gli ha fatto un gesto per invitarlo a lasciar perdere, gli ha detto di andarsene a quel paese e il vigile gli ha dato un calcio nel sedere. Poi una volta lo hanno trovato con l’erba, ma niente di che. Adesso quanti anni lo terranno in carcere? Con sta storia si è rovinato. Hanno cominciato la rissa, lui ha preso le parti di Belleggia, quello che ha cantato – racconta – si è preso le sue responsabilità Mario, quando lo hanno chiamato i carabinieri non sapeva che quel ragazzo era morto, ha detto subito cosa era successo, non si è nascosto”. “Mia moglie l’ha sempre educato, girava sempre pulito, profumato – continua, abbassando gli occhi – con questa storia si è rovinato”.

“Da ragazzo ho avuto anche io qualche problema ma poi quando mi sono fatto una famiglia basta. Oggi ho 57 anni, è tutto alle spalle. Ma Mario non c’entra con i miei problemi”, ha detto ancora Stefano Pincarelli all’Adnkronos parlando dei suoi trascorsi con la giustizia, cose vecchie che oggi teme possano chiedere il conto con gli interessi al figlio. “Mario è stato coinvolto nella rissa con Belleggia (Francesco, ora ai domiciliari nella sua casa di Artena, ndr) e se ne stavano andando, era finito tutto. Due ragazzi che erano lì hanno chiamato i Bianchi chiedendogli di intervenire. Se non avessero fatto quella telefonata tutto questo non sarebbe successo”.

“Mario nemmeno se n’era accorto che quel ragazzo fosse morto – ha aggiunto – quella notte è tornato a casa ma non ci si capisce niente. Stanno sempre bevuti, fumati quando rientrano. Ma stava bene, pulito, preciso quella notte. Lo ha accompagnato a casa un amico che oggi è andato a testimoniare, non è tornato coi Bianchi”.

Stefano Pincarelli è convinto che suo figlio non abbia capito la gravità della sua situazione, che non abbia visto il corpo di Willy a terra. “Se si fosse reso conto di quanto era successo non si sarebbe costituito coi carabinieri – assicura – Era rimasto agli schiaffi, alla rissa, ma del ragazzo per terra non se ne parlava. I testimoni lo diranno. Lui quella sera urlava agli altri di smetterla. Quando fai la scazzottata poi finisce lì, Mario non è uno sanguinario che insiste. Solo si fa rispettare, sa il fatto suo”.