Papa: “Liberarsi dalla prigionia del cellulare” 

Papa: Liberarsi dalla prigionia del cellulare

(Fotogramma/Ipa)

Pubblicato il: 12/09/2020 13:02

Monito del Papa a combattere la”prigionia del cellulare”. Bergoglio, incontrando le Comunità Laudato si’ in Vaticano, denuncia: “Siamo malati di consumo, ci si affanna per l’ultima ‘App’, ma non si sanno più i nomi dei vicini, tanto meno si sa più distinguere un albero da un altro. E, ciò che è più grave, con questo stile di vita si perdono le radici, si smarrisce la gratitudine per quello che c’è e per chi ce l’ha dato”.

“Per non dimenticare, bisogna tornare a contemplare; per non distrarci in mille cose inutili, occorre ritrovare il silenzio; perché il cuore non diventi infermo, serve fermarsi. Non è facile. Bisogna, ad esempio, – dice il Papa – liberarsi dalla prigionia del cellulare, per guardare negli occhi chi abbiamo accanto e il creato che ci è stato donato. Contemplare è regalarsi tempo per fare silenzio, per pregare, così che nell’anima ritorni l’armonia, l’equilibrio sano tra testa, cuore e mani; tra pensiero, sentimento e azione. La contemplazione è l’antidoto alle scelte frettolose, superficiali e inconcludenti”.

“Oggi, la natura che ci circonda non viene più ammirata, ma ‘divorata’“. “Siamo diventati voraci, dipendenti dal profitto e dai risultati subito e a tutti i costi. Lo sguardo sulla realtà è sempre più rapido, distratto, superficiale, mentre in poco tempo si bruciano le notizie e le foreste. Siamo malati di consumo”, ribadisce Papa Francesco.

Il Pontefice manda poi un messaggio forte e chiaro ai potenti del mondo a cui suggerisce di “guardare lontano o la storia non perdonerà”. “Anche la pandemia lo ha dimostrato: la salute dell’uomo non può prescindere da quella dell’ambiente in cui vive. E poi evidente che i cambiamenti climatici non stravolgono solo gli equilibri della natura, ma provocano povertà e fame, colpiscono i più vulnerabili e a volte li obbligano a lasciare la loro terra. L’incuria del creato e le ingiustizie sociali – ammonisce Francesco – si influenzano a vicenda: si può dire che non c’è ecologia senza equità e non c’è equità senza ecologia”. Bergoglio rinnova l’appello “a impegnarsi per salvaguardare la nostra casa comune. E un compito che riguarda tutti, specialmente i responsabili delle nazioni e delle attività produttive. Serve la volontà reale di affrontare alla radice le cause degli sconvolgimenti climatici in atto”. “Non bastano impegni generici e non si può guardare solo al consenso immediato dei propri elettori o finanziatori. Occorre guardare lontano, altrimenti la storia non perdonerà. Serve lavorare oggi per il domani di tutti. I giovani e i poveri ce ne chiederanno conto”. “Occorre guardare lontano, altrimenti – avverte il Papa – la storia non perdonerà. Serve lavorare oggi per il domani di tutti. I giovani e i poveri ce ne chiederanno conto”.

E’ scandaloso anche lo spreco delle cose” denuncia il Papa in occasione dell’udienza alle Comunità Laudato si’ con il vescovo di Rieti Domenico Pompili e Carlo Petrini, ‘padre’ di slow food. “La Fao – dice Bergoglio- ha documentato che, nei Paesi industrializzati, in un anno vengono buttate via più di un miliardo di tonnellate di cibo commestibile! Aiutiamoci, insieme, a lottare contro lo scarto e lo spreco, esigiamo scelte politiche che coniughino progresso ed equità, sviluppo e sostenibilità per tutti, perché nessuno sia privato della terra che abita, dell’aria buona che respira, dell’acqua che ha il diritto di bere e del cibo che ha il diritto di mangiare”.

Basta con il “menefreghismo” che entra nel cuore e porta all’indifferenza. E’ l’ammonimento del Papa che ha incontrato le Comunità Laudato si’ in prima linea nella cura della ‘casa comune’. “La nostra compassione – dice il Pontefice- è il vaccino migliore contro l’epidemia dell’indifferenza. “Non mi riguarda”, “non tocca a me”, “non c’entro”: ecco i sintomi dell’indifferenza. Chi ha compassione, invece, passa dal “di te non m’importa” al “tu sei importante per me”. A questo proposito, il Papa racconta un aneddoto che dice molto sull’indifferenza ed è una immagine immortalata da un fotografo che il Papa ha fatto appendere in Elemosineria come monito contro l’indifferenza. La foto è quella di una signora borghese tutta impellicciata che dopo essere uscita dal ristorante alla porta trova una homeless e la signora “guarda da un’altra parte: la foto – dice Bergoglio- si chiama indifferenza”.

Il Papa, a fine udienza con le Comunità Laudato si’, chiede come di consueto di pregare per la sua salute. Ma in questo caso, improvvisando a braccio, si rivolge anche a chi non ha il conforto della fede: “Vi benedico e vi chiedo, per favore, di pregare per me. Chi non prega, almeno mandi buone onde che ne ho bisogno“. Quindi la benedizione finale a chi crede e a chi non crede.