Referendum: Baldassarre, ‘voto irrilevante per le sorti dell’esecutivo’ 

Referendum: Baldassarre: Voto irrilevante per le sorti dell'esecutivo

(Antonio Baldassarre – Fotogramma)

Pubblicato il: 12/09/2020 13:24

In vista del referendum costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari di Camera e Senato scende in campo l’ex presidente della Corte Costituzionale, Antonio Baldassarre, che all’Adnkronos dichiara: “Non c’è nessun ostacolo costituzionale per la riforma, e dunque per il sì”. Poi, contestando le argomentazioni del fronte del no, definisce “ridicolo dire che sarebbe violato il principio di rappresentanza territoriale non essendo mai esistito in Italia, da quando ci sono i partiti che designano i candidati e chiedono ad essi assoluta obbedienza. Nella realtà – precisa – il Parlamento ormai è una camera di registrazione, non un soggetto di iniziativa politica. I parlamentari pigiano bottoni”.

“Il sistema socio-economico – spiega l’ex presidente della Consulta – porta a favorire una prevalenza dell’esecutivo sul legislativo. Ed è strano che a difendere i presunti diritti del Parlamento siano certi che prima difendevano i Dpcm. In America – ricorda – ci sono 537 parlamentari tra le due camere, per 300 milioni di persone e allora non c’è democrazia negli Usa? Sono numeri incomparabili rispetto a quelli in Italia e secondo gli studiosi, il parlamento americano è il più forte politicamente esistente in Occidente”.

Tra i sostenitori del no c’è chi sostiene che andava pensata prima una riforma organica: “Ma non ha senso cambiare gli ordinamenti parlamentari, la legge elettorale, i collegi e i regolamenti quando ancora non sappiamo l’esito del referendum – risponde il costituzionalista – Perché se si faceva una riforma organica parlamentare elettorale e vinceva il no, si doveva ricominciare tutto da capo. E’ solo una questione di buon senso: non si può rivendicare una organicità di riforma, ammesso che non si voglia un’altra riforma. Il Pd ha detto ‘votiamo sì’ cosi dopo siamo costretti a cambiare legge elettorale. Magari – osserva – per andare verso il proporzionale”.

Baldassarre si rivolge anche ai fautori del sì, invitandoli a liquidare alcuni loro cavalli di battaglia sul taglio dei parlamentari a partire dalla “argomentazione del risparmio economico, che è minimo e privo di senso in una riforma di rilevo costituzionale”; o la teoria del “gruppo più ristretto, dunque composto da persone più qualificate. E’ un argomento che vale nulla – contesta – Purtroppo il criterio effettivamente seguito è che in politica viene eletto chi dice sì al capo. Più sei il suo servo e più fai carriera. Dunque, vincono i peggiori”.

Grosso errore anche aver politicizzato il fronte pro-sì dato che il risultato del referendum non altererà la tenuta del Governo: “E’ tale e quale – rileva l’ex presidente della Corte Costituzionale – Primo, perchè il Pd è diventato come la ex Dc un partito di occupazione del potere, secondo la nota definizione di Elia; secondo perché i 5 Stelle se non andranno in frantumi per conflitti interni, faranno prevalere l’istinto di conservazione dell’attuale Governo, non sapendo dopo le elezioni quale potrebbe essere il loro destino. Dunque – conclude – il voto sul referendum al di là delle chiacchiere è irrilevante per le sorti dell’esecutivo”. (di Roberta Lanzara)