Mo, Kepel: “Accordi di Abramo hanno ridisegnato regione, scontro tra due Alleanze” 

Mo, Kepel: Accordi di Abramo hanno ridisegnato regione, scontro tra due Alleanze

Gilles Kepel (Fotogramma/Ipa)

Pubblicato il: 16/09/2020 20:15

I cosiddetti Accordi di Abramo che hanno sancito la pace tra Israele da una parte ed Emirati e Bahrein dall’altra hanno “totalmente riconfigurato” gli equilibri del Medio Oriente, eliminando il “fulcro” del conflitto israelo-arabo-palestinese. E’ quanto sostiene in un’intervista all’Adnkronos Gilles Kepel, esperto di mondo arabo di fama mondiale e professore presso l’Università della Svizzera italiana di Lugano.

Secondo Kepel, autore del libro ‘Uscire dal Caos. Le crisi nel Mediterraneo e nel Medio Oriente’, nella regione si vanno delineando due alleanze ben distinte. Due Triplici le chiama. La prima è quella di ‘Abramo’ con America ed alcuni Paesi europei, Israele e quegli Stati come Egitto e Giordania che hanno firmato la pace con Tel Aviv, “forse domani l’Iraq”. Dall’altra c’è una seconda Triplice “piuttosto ostile” alla prima che poggia sui Fratelli Musulmani nel mondo sunnita con Turchia e Qatar alleati dell’Iran.

“Il Medio Oriente – ritiene Kepel – si riorganizzerà attraverso il confronto tra queste due alleanze nemiche, probabilmente con un conflitto non generale ma a bassa intensità” perché alcuni Paesi sono al tempo stesso rivali e nemici di altri.

“Per esempio – spiega – la Turchia è più o meno alleata della Russia per la de-escalation a Idlib, nel nord-ovest della Siria, ma i due Paesi sono in conflitto aperto in Libia, con Mosca che sostiene Haftar e Ankara che appoggia Serraj, che probabilmente sta andando via”. L’Iran e la Turchia, è un altro esempio, appoggiano fazioni rivali in Siria, ma sostengono Hamas e collaborano con il Qatar.

Secondo l’esperto di mondo arabo, gli Accordi di Abramo non cancellano “totalmente” la questione palestinese dai radar dei leader arabi, che – sottolinea – stanno molto attenti a trattare “con cautela” lo scottante dossier. “Come hanno spiegato i ministri degli Esteri di Bahrein ed Emirati a Washington, la base di una pace giusta sarebbe la soluzione con due Stati – afferma Kepel – Ma questa è solo cautela solo per non essere tacciati di tradimento dagli altri arabi. In realtà poi sono tre gli Stati: Israele, la Cisgiordania sotto l’autorità di Abbas e Gaza controllato da Hamas, con le fazioni palestinesi che non hanno relazioni”.

Secondo il professore, la questione palestinese potrebbe essere sfruttata dalla Triplice Turchia-Qatar-Iran “per mobilitare l’appoggio dei popoli della regione”.

C’è infine un altro elemento rivelante che, per Kepel, va tenuto in considerazione perché può avere un impatto importante sugli equilibri regionali ovvero la pandemia di Covid-19. Il coronavirus “ha colpito il Medio Oriente in modo enorme: Israele venerdì torna il lockdown totale e la situazione comincia ad essere drammatica negli altri Paesi perché i letti di ospedale non ci sono e la situazione è completamente bloccata. Con il crollo dei prezzi del petrolio e del gas naturale aspettiamoci crisi sociali terribili nel prossimo futuro”, conclude.