Arte: ‘L’eco del mito della Medusa di Caravaggio’, studio accosta Gorgoni di Sicilia alla sua opera 

Uno studio multidisciplinare accosta Gorgoni di Sicilia alla Medusa di Caravaggio

Pubblicato il: 18/09/2020 08:25

Accostare, in un’analisi intrigante, il mito delle Gorgoni della Sicilia e la Medusa di Caravaggio, svelandone i misteri e introducendo nuove considerazioni storiche, artistiche, entnoantropologiche, medico biologiche e sociali. E’ l’intento di uno studio multidisciplinare partito dall’impulso del coordinatore del ‘GruppoArte16’ di Palermo, Giovanni Taormina, che prosegue il suo impegno nella ricerca del dettaglio dentro i capolavori dell’arte, attraverso delle attente considerazioni dei dettagli e dei particolari celati in una delle opere più enigmatiche della Storia dell’arte. L’evento, nel quale sarà illustrato questo nuovo studio, si svolgerà il prossimo 24 Settembre alle 17 nella Sala Giovanni Spadolini in via del Collegio Romano, 27 al Ministero dei Beni culturali e del Turismo di Roma.

La tavola rotonda propone un dialogo multidisciplinare che vedrà confrontarsi studiosi della statura di Stefano Zuffi, autore di oltre cento pubblicazioni di cui alcune su Caravaggio. Ci parlerà di Medusa e le suggestioni di Caravaggio. In seguito l’esperto d’Arte Giovanni Taormina, autore de “Il Mistero dell’Annunciata” di Antonello da Messina, e reduce degli approfondimenti scientifici su una nave di epoca punica ed una di epoca romana, portati avanti insieme all’archeologo Sebastiano Tusa ed al Professore Massimo Midiri dell’Università di Palermo, ci condurrà in un percorso che va dal mito delle Gòrgoni, quindi almeno duemila anni prima di Caravaggio, per poi riportarci in avanti nel tempo con i dettagli del fuori campo e del fermo immagine presenti nel tondo di Medusa. Spiegherà pure il prodigio di una rivoluzione applicata sul piano bidimensionale della Tavola che troverà la sua massima espressione in ambito cinematografico, quindi, ben trecento anni dopo.

“La trinità delle tre Gorgoni – spiega Taormina – potrebbe essere legata alla presenza dei tre vulcani, elementi naturali che nell’antichità avevano funzioni celebrative. Gli antichi supponevano che queste manifestazioni naturali fossero da attribuire a una stretta relazione con le divinità, quindi è ipotizzabile che i tre vulcani siciliani Etna, Stromboli e Vulcano, potessero essere associati a quelle che per loro erano potenze divine. II dati ricavati dall’analisi del mito e delle fonti antiche verranno poi comparati a quelli ottenuti dall’analisi dell’iconografia successiva, in particolare dalla statua di Perseo con la testa di Medusa di Benvenuto Cellini (1545-1554) e Scudo con testa di Medusa di Caravaggio”.

Di seguito il musicista Costantino Mastroprimiano, autore di diversi testi, con la sua relazione dal titolo “Lo sguardo nella partitura”, ci condurrà invece, in un percorso ricco di fascino che consentirà di rivelare aspetti che non sono mai stati compiutamente indagati. Il Professore Giuseppe Tedeschi, esperto d’arte, artista ritrattista ed addetto di anticamera di Sua Santità Papa Francesco Bergoglio, parlerà della committenza della ritrattistica nell’ambito della Santa Sede. Concluderanno i lavori, il paleopatologo Francesco Maria Galassi, autore di oltre cento pubblicazioni scientifiche e l’antropologa Elena Varotto. Insieme ci offriranno una analisi del mito della gorgone vista da una prospettiva medico-biologica ed antropologica. Cercheremo di comprendere come gli antichi greci potessero trarre spunti dall’osservazione del fenomeno naturale, in alcuni animali, della rigenerazione tissutale e di come ciò possa aver contribuito alla genesi del mito.